Assadakah News - La associazione italo-araba Assadakah si unisce all'appello perché il governo riconosca ufficialmente lo Stato di Palestina e formalizzi la presenza dell'ambasciata di Palestina, già resente e operativa a Roma.
A portare al governo la mozione, l’onorevole Laura Boldrini, con pesanti critiche all’azione di governo: “Meloni e Tajani fanno come don Abbondio: scappano e non si assumono le loro responsabilità. Continuare a ripetere 'due popoli e due Stati' senza fare nulla di concreto è un'enorme presa in giro, vuol dire solo alimentare un equivoco. E vuol dire non fare nulla per la pace. Se fosse già esistito lo Stato di Palestina forse non ci sarebbe stato neanche l'attacco terroristico del 7 ottobre da parte di Hamas e la carneficina a Gaza con oltre 37mila morti, in gran parte donne e bambini. E bisogna anche prendere atto che in Cisgiordania non c'è più alcuna continuità territoriale – ha aggiunto la parlamentare - Se al momento degli accordi di Oslo del 1993, infatti, c'erano circa 136 mila coloni, oggi ce ne sono oltre 700 mila insediatisi illegalmente nelle case e nelle terre dei palestinesi nell'indifferenza o col tacito consenso della comunità internazionale. Non c'è alternativa: per ripristinare la continuità territoriale senza cui non può esserci uno Stato, i coloni devono ritirarsi.
Ma soprattutto non ci possono essere due popoli e due stati senza il riconoscimento dello Stato di Palestina su cui anche il mio partito ritiene importante presentare una mozione. Questa volontà, nel governo Meloni, non c'e': lo dimostrano i fatti. Lo dimostra l'astensione all'Assemblea generale dell'Onu quando si chiede di riconoscere la Palestina come membro effettivo, lo dimostra la non attuazione della mozione approvata gia' nel 2015 dal Parlamento, lo dimostra che lo hanno già fatto 146 paesi nel mondo ma non l'Italia". Il governo Meloni "continua a ripetere di essere a favore della soluzione 'due popoli e due Stati' in Medio Oriente: lo ha fatto di nuovo il ministro degli Esteri, Tajani, nell'ultima seduta congiunta delle commissioni di Camera e Senato. Ma se non vogliamo che resti una vuota dichiarazione di intenti bisogna riconoscere che al popolo palestinese è stato impedito per decenni di esercitare il proprio diritto all'autodeterminazione, sancito dalla risoluzione dell'Onu del 1947 che prevedeva gia' la nascita dello Stato di Palestina e che questa e' una grave violazione del diritto internazionale". Lo ha dichiarato, oggi, in discussione generale, in Aula a Montecitorio, sulle mozioni per il riconoscimento dello Stato di Palestina, Laura Boldrini, deputata del Partito democratico e presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Anche l'Italia e altri paesi Ue dovrebbero "riconoscere la Palestina come stato", penso che sia "un atto dovuto da parte di chi per trent'anni ha sostenuto una soluzione a due stati" in Medioriente. Lo ha detto in un'intervista la relatrice speciale delle Nazioni Unite per le violazioni dei diritti umani nel territorio palestinese occupato dal 1967, Francesca Albanese. Secondo la relatrice il riconoscimento potrebbe servire anche per "contenere la hybris dell'attuale governo israeliano che, non diversamente dagli altri governi precedenti ma comunque più degli altri, si dice contrario a una soluzione a due stati". Albanese ha precisato che il "riconoscimento non è un atto costitutivo dello stato", ma che "lo stato di Palestina esiste, secondo i criteri della Convenzione di Montevideo", tuttavia, "il riconoscimento politico è fondamentale per vivere in un tessuto connettivo a livello multilaterale". Secondo Albanese il riconoscimento dello Stato di Palestina, compiuto nei giorni scorsi da Spagna, Irlanda, Norvegia e Slovenia, "è un passo molto importante", ma "può essere realmente efficace se non si limiterà a un atto simbolico", bisognerebbe procedere con "misure di contenimento e coercitive" per fermare l'attività di Israele nei Territori palestinesi occupati, che "sfocia nell'illegalità", ha detto. Queste misure di contenimento, ha spiegato la relatrice, dovrebbero essere "diplomatiche, politiche ed economiche", come "la sospensione degli accordi commerciali con Israele, la revisione degli accordi diplomatici, fare pressione all'interno dell'Ue per procedere con il riconoscimento della Palestina come Stato e per sospendere gli accordi economici che l'UE ha con Israele".
"Il 28 maggio Spagna, Norvegia e Irlanda hanno riconosciuto lo Stato di Palestina. Il 4 giugno si è aggiunta la Slovenia e pochi giorni fa l'Armenia. Circa tre quarti delle nazioni del mondo riconoscono la Palestina e tredici nazioni dell'Unione europea. Non l'Italia, anche se il governo continua a parlare di 'due Stati per due popoli': solo uno slogan vuoto usato per pulirsi la coscienza mentre continua ad astenersi sulle risoluzioni Onu su riconoscimento Palestina e cessate il fuoco e a vendere armi a Israele. Riconoscere lo Stato di Palestina sarebbe un segnale forte di disaccordo con la strategia terrorista di Netanyahu che ha finora causato la morte di oltre 37 mila civili tra cui oltre 14 mila bambini ai quali si aggiungono 4 mila bambini dispersi sotto le macerie e un numero imprecisato di bambini rinvenuti nelle fosse comuni o scomparsi dopo essere stati fatti prigionieri dalle forze israeliane, e ancora oltre 17 mila bambini rimasti orfani. Nessun o può giustificare questo abominio, questo orrore con il diritto di Israele di difendersi, nemmeno la giustizia internazionale, con la Corte internazionale di giustizia che parla di plausibile genocidio e la Corte Penale Internazionale che chiede l'arresto di Netanyahu per crimini di guerra e contro l'umanità. Il governo italiano non può continuare a nascondersi nel silenzio e nell'ignavia: servono gesti concreti. Anche la Palestina, oltre a Israele, ha il diritto di esistere". Lo ha dichiarato la deputata del Movimento 5 Stelle Stefania Ascari, intervenendo in aula durante il dibattito sulla mozione M5S per il riconoscimento dello Stato di Palestina. "Ce l'abbiamo fatta. Abbiamo raccolto le firme necessarie per presentare in Parlamento la legge di iniziativa popolare che chiede all'Italia di riconoscere lo Stato di Palestina. Le leggi di iniziativa popolare sono un meraviglioso esempio di democrazia e i parlamentari dovrebbero essere obbligati a discuterle. In un momento drammatico per le democrazie occidentali, raccogliere decine di migliaia di firme certificate è un segnale importante. Ringrazio con tutto il cuore i volontari che hanno permesso tutto questo. Consegneremo le firme in Senato venerdì 28 giugno. L'appuntamento è alle 13 in Piazza Vidoni". Lo scrive sui social Alessandro Di Battista.
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