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Roma - Ministro della Cultura mauritano celebra Nouakchott e i legami con l’Italia

(M.M.) - Nonostante la partita Italia-Inghilterra, l’auditorium del Museo Nazionale Maxxi a Roma era gremito per l’occasione. Forse perché ancora vi è sete di conoscenza e di cultura, come ha precisato Marco Minniti, presidente di Med-Or, presentando l’evento promosso su “Nouakchott - Capitale Culturale del Mondo Islamico 2023”. Un evento, al quale è intervenuto il Ministro della Cultura della Mauritania, Mohamed Ould Soueidatt, che nel descrivere il filo che unisce le culture arabe a quelle mediterranee, ha rivolto il suo plauso alla decisione, presa pochi giorni prima dal Consiglio dei Ministri, di stabilire una rappresentanza diplomatica italiana in Mauritania.

Nel suo intervento, il ministro mauritano ha dichiarato: “Per noi è un riconoscimento importante perché è la dimostrazione della fiducia che gli altri Paesi musulmani ripongono in noi e dell'importanza del nostro patrimonio culturale non solo per l'Africa, ma per tutto il mondo musulmano. Inoltre è una grande occasione per valorizzare la nostra nazione, che ha già quattro siti Patrimonio mondiale dell'umanità e che ora aggiunge questo titolo: intendiamo usarlo per dare lustro al nostro patrimonio e per valorizzarlo in modo che diventi un volano che spinga i giovani a restare in Mauritania, a far crescere il nostro Paese anziché cercare una via di fuga verso l'Europa. Sono qui a Roma perché conosco bene il valore che la cultura ha per voi italiani: credo che questo sia un punto in comune con il mio Paese. In Mauritania crediamo nella cultura come strumento per costruire la fiducia fra le nazioni, ma anche come mezzo di coesione sociale e come punto di riferimento per proiettare all'esterno un'immagine che non sia solo quella di un Paese di transito di partenza per i migranti che poi arrivano sulle vostre spiagge.

Quello che vorremmo fare è dare il nostro contributo per far ripartire il dialogo fra l'Africa e l'Occidente, fra i musulmani e le altre popolazioni e anche fra la Mauritania e l'Italia. Crediamo che Mauritania e Italia insieme possano far ripartire questo dialogo. Agli italiani consiglierei di imparare a conoscere inostri manoscritti, vecchi di secoli: di ascoltare la nostra musica e di guardare le foto che esporremo domani al Maxxi che raccontano molte cose della vita del Paese. La Mauritania ringrazia l'Italia per la decisione di aprire l'ambasciata a Nouakchott e iniziative come quella di oggi celebrano e festeggiano questa decisione e la scelta di Nouakchott come Capitale culturale del mondo islamico 2023. Abbiamo sempre cercato di entrare in contatto con gli intellettuali del mondo e per questo la nostra nazione è sempre stata un faro per la cultura. La speranza, è di poter contribuire alla convivenza e alla pace, e di seminare la cultura dell'affetto tra tutti i popoli del mondo".

Nouakchott, la capitale della Mauritania, si affaccia sull’Oceano Atlantico ed è stata scelta quale capitale culturale del mondo islamico 2023 perché questo vasto paese è la culla millenaria della civiltà islamica e della cultura araba. Ne sono esempio i 33 mila manoscritti ritrovati, la maggior parte di cui arabo-berberi, tra i quali uno scritto sulla grammatica del grande filosofo Averroè (Ibn Rushd).

La custodia di questi tomi, sopravvissuti alla sabbia che li avvolgeva, sono la diretta testimonianza di quel profondo rispetto per la cultura che permea la vita del popolo mauritano. Un popolo frammentato e povero (oltre il 20 percento vive in condizioni di estrema povertà) che preserva questi antichi libri, il più antico dei quali su carta cinese, riconoscendone l’inestimabile valore culturale.

Va sottolineato che la gelosa salvaguardia di questi preziosi cimeli è dovuta ad una cultura tribale profondamente conservatrice delle tradizioni, talvolta anche di quelle che risultano problematiche per chi vive nei paesi occidentali. Ed è appunto in questo contesto che una serata come quella al Maxxi ci fa apprezzare l’interscambio culturale, specie quando, illuminando i lati edificanti di una civiltà, può servire a smussare gli elementi più problematici della stessa. Ed è appunto a quest’aspetto evolutivo che si appella implicitamente il Ministro della Cultura mauritano in un’intervista rilasciata a Repubblica: “In Mauritania crediamo nella cultura come strumento per costruire la fiducia fra le nazioni, ma anche come mezzo di coesione sociale e come punto di riferimento per proiettare all'esterno un'immagine che non sia solo quella di un Paese di transito di partenza per i migranti che poi arrivano sulle vostre spiagge. Quello che vorremmo fare è dare il nostro contributo per far ripartire il dialogo fra l'Africa e l'Occidente, fra i musulmani e le altre popolazioni e anche fra la Mauritania e l'Italia”. Quest’iniziativa, fortemente voluta dall’Ambasciatrice mauritana a Roma, Ely Salem Zeineb. avrà un’eco importante, se come ha sottolineato Marco Minniti, la fondazione Med-Or elargirà borse di studio ai giovani mauritani per farli studiare in Italia, in modo da contribuire a costruire le future classi dirigenti della Mauritania.

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