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Roma - Ministro degli Esteri siriano in visita ufficiale

Aggiornamento: 18 mar

Assadakah News - “L'obiettivo dell'Italia è lavorare a un processo politico pacifico e inclusivo che tuteli la sicurezza e i diritti di tutte le comunità siriane. Solo così potremo rafforzare la stabilità del Paese”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani in attesa di incontrare a Roma l’omologo della nuova leadership siriana Asaad Al-Shaibani.

Il ministro degli Esteri siriano, Asaad Al-Shaibani
Il ministro degli Esteri siriano, Asaad Al-Shaibani

Oggetto del colloquio, quindi, il futuro della Siria, alla luce della bozza della nuova Costituzione promulgata lo scorso giovedì, con la quale dovevano essere garantite le tutele di tutte le minoranze ma che, a quanto pare, sta suscitando veementi proteste da parte della comunità curda, la seconda più numerosa del Paese, che nella bozza costituzionale non viene nominata, dando origine a timori riguardanti le altre comunità siriane, fa cui i cristiani. Nel frattempo, la Siria continua ad essere scossa da scontri armati, sia nel sud, dove vi è una massiccia presenza militare israeliana sia nel nord dove agiscono le truppe filoturche.

Ieri, 17 marzo, Bruxelles ha ospitato “Standing with Syria”, 9a conferenza internazionale sul Paese mediorientale, organizzata e presieduta dall'European External Action Service (EEAS), il servizio diplomatico dell'Unione Europea, per il piano pluriennale di aiuti alla Siria con impegni finanziari per 7,5 miliardi di dollari.

Anche il ministro degli Esteri Tajani ha preso parte alla conferenza, confermando "la disponibilità da parte dell’Italia ad intervenire per sostenere e ripristinare, assieme ai partner, i settori critici del Paese così da alleviare i bisogni della popolazione civile".

Secondo la UE, "i Paesi coinvolti si impegneranno anche quest'anno a fornire aiuti umanitari e non umanitari". Sorvolando sull'ambiguità di quest'ultima formulazione (ma, trattandosi di UE, il pensiero corre in automatico ad armamenti et similia), stupisce che l'Unione Europea non abbia condizionato l'impegno a favorire finanziariamente la "transizione felice" ad una immediata cessazione di massacri ed esecuzioni sommarie.

Non stupisce che Tajani abbia invitato un po' in sordina, a margine della conferenza di Bruxelles, il suo omologo siriano a Roma per martedì 18 marzo. Tajani si è recato a Damasco nel gennaio scorso, a un mese esatto dalla caduta di Assad.

Non stupisce dunque che la Farnesina stia vivendo un momento di comprensibile imbarazzo e non abbia diramato un comunicato ufficiale circa l'arrivo di Al-Shaibani a Roma, se non dopo l’annuncio dato ufficialmente da Damasco. Ovvero: le istituzioni europee decidono di credere ad una narrazione di comodo dei fatti siriani.

Nel frattempo non cessano gli scontri al confine tra Libano e Siria, dove il presidente libanese Joseph Aoun ha ordinato all’esercito libanese di “rispondere al fuoco”. Al contempo secondo il canale libanese Al-Jadeed sarebbero ripresi gli scontri al confine tra i due Paesi. Un appello giunge in queste ore dal ministro dell’Informazione libanese Paul Morkus secondo cui “il governo ha invitato il regime siriano a rafforzare la sua risposta, per evitare improvvisi incidenti di sicurezza”.

Russia e Iran soffiano sulla cenere siriana, osserva l’Alto rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza, Kaja Kallas, che ha parlato di “tentativi maligni per far deragliare la transizione, sia alimentando la violenza che manipolando le informazioni”.

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