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Roma - La Comunità Armena chiede al Vaticano di non essere complice degli azeri

Aggiornamento: 6 giorni fa

Letizia Leonardi (Assadakah News) - Non si placa lo sconcerto della Comunità Armena di Roma e degli armeni di tutto il mondo per la XII Conferenza Scientifica Internazionale dal titolo “Cristianesimo in Azerbaigian: storia e modernità”, organizzata ieri, 10 aprile, dal Baku International Multiculturalism Center, dall'A.A. Bakikhanov Institute of History and Etnology dell'Accademia Nazionale delle Scienze dell'Azerbaijan, dall'Ambasciata della Repubblica dell'Azerbaijan presso la Santa Sede e dalla comunità religiosa cristiana Alban-Udi alla Pontificia Università Gregoriana. Non solo per il coinvolgimento consapevole o non consapevole della Santa Sede ma per l'ennesimo tentativo dell'Azerbaijan di accreditarsi come Paese musulmano rispettoso della cristianità che, tuttavia smentisce con gli attacchi al popolo armeno evidenziati durante il convegno. Non li riportiamo per non alimentare le mistificazioni e la disinformazione azera. Baku sta continuando la guerra contro l'Armenia su tutti i fronti, anche attraverso il Vaticano, Il Consiglio della Comunità Armena di Roma ha inviato un comunicato stampa alla Conferenza Episcopale Italiana e a tutte le Istituzioni Vaticane che riportiamo qui integralmente.

"INACCETTABILI PAROLE CONTRO GLI ARMENI ALLA PONTIFICIA UNIVERSITA’ GREGORIANA

Il “Consiglio per la comunità armena di Roma” si unisce allo sgomento e alla rabbia di tutti gli armeni per quanto accaduto ieri presso la Pontifica Università Gregoriana di Roma dove l’ambasciata dell’Azerbaigian presso la Santa Sede ha organizzato un convegno dal titolo “Cristianità̀ in Azerbaigian”, affittando un locale dell’Istituto senza rivelare alla proprietà la vera natura politica dell’iniziativa, come già accaduto anche in passato per concerti organizzati presso parrocchie romane.

Nel corso di questo evento ancora una volta gli oratori hanno ripetuto la falsa teoria sulla chiesa cristiana albana che sarebbe stata spodestata da quella armena; teoria infondata e ridicola che non ha alcun cultore al di fuori dell’Azerbaigian e che è stata riproposta per giustificare l’occupazione del Nagorno Karabakh (Artsakh) cancellando secoli di civiltà e storia armena nella regione, dopo aver cacciato da quei territori, sotto la minaccia della pulizia etnica, più di 120 mila armeni, che oggi, dopo aver perso tutto, persino le tombe dei loro cari, si trovano rifugiati in Armenia.

Ma non solo tali assurdità sono risuonate alla Gregoriana. Vi è stato persino chi ha attaccato gli armeni, come l’analista politico Fuad Akhundov, accusandoli di distruggere i monumenti e i siti religiosi azeri e arrivando perfino ad affermare che "queste azioni non sono solo atti di vandalismo contro il patrimonio storico e culturale dell'Azerbaigian, ma riflettono anche una politica anticristiana volta a distorcere la vera storia della regione”.

Non possiamo che rilevare che si tratti solo di un patetico tentativo per scaricare sull’inerme popolo armeno le proprie colpe, vista l’opera di distruzione compiuta recentemente in Nagorno Karabakh e, sul finire del secolo scorso, a Julfa.

Il “Consiglio per la comunità armena di Roma”, che ha provveduto ad inviare una missiva al Rettore dell’Università Gregoriana, ritiene inaccettabile che istituzioni pontificie, ancorché in buona fede, ospitino tali eventi caratterizzati da armenofobia, razzismo, intolleranza e basati su teorie prive di qualsiasi valore storico, religioso e scientifico e offensive nei confronti di un popolo che ha versato il proprio sangue per non rinnegare la propria fede cristiana e che si sta accingendo a commemorare il prossimo 24 aprile il 110 anniversario del Genocidio del 1915 dove persero la vita più di un milione e mezzo di cristiani armeni.

Non è tollerabile che università, chiese e parrocchie diventino vittime della politica manipolatrice di un regime che “Freedom House” colloca tra le dieci peggiori dittature al mondo. Un regime che a suon di soldi e bugie cerca di annientare la millenaria civiltà̀ di un popolo che per primo, nel 301, abbracciò ufficialmente il cristianesimo.

CI APPELLIAMO ALLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA E ALLE ISTITUZIONI VATICANE A VIGILARE CON ATTENZIONE PER PREVENIRE SIMILI ATTI MISTIFICATORI E NON RISCHIARE DI ESSERE ACCUSATE DI COMPLICITA’ CON IL REGIME DELL’AZERBAIGIAN.

Consiglio per la comunità armena di Roma".

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