Patrizia Ricci - Un magnifico incontro tutto al femminile quello che si è tenuto lo scorso 11 aprile a Roma, sul Significato del Ramadan, promosso dall’Associazione italo-araba Assadakah e da Welcome Association ItalyWAI, che ha ospitato l’evento nella sede di via Fracassini 13.
Presenti quindi prestigiose figure di donne al tavolo come relatrici: Sonia Hadef, Segretario degli Affari Esteri presso l’Ambasciata d’Algeria, Roberta Adesso, orientalista esperta dei Paesi arabi, Hajjah Zeinat Mohamad, Presidente del Consiglio di Amministrazione del Centro culturale al Huda ed infine Silvia Boltuc, Managing Director presso Special Eurasia Geopolitical Intelligence, moderatrice dell’incontro.
Quest’ultima, dopo aver presentato le ospiti e ringraziato il pubblico intervenuto numeroso, ha sottolineato, in relazione alla significativa presenza dei musulmani nel mondo - il 23% della popolazione totale mondiale, con circa 2.700.000 presenze in Italia - l’importanza culturale della loro festa religiosa per eccellenza, il Ramadan. Nel calendario islamico è il nono mese dell'anno, di 29 o 30 giorni; in base all'osservazione della luna crescente. Secondo la pratica islamica, è il mese in cui si pratica il digiuno, - in commemorazione della prima rivelazione del Corano a Maometto - uno dei cinque pilastri dell’Islam (testimonianza di fede shahādah, preghiera ṣalāt, elemosina legale zakāt, digiuno ṣawm, il pellegrinaggio alla Mecca hajj).
Nel primo intervento, Roberta Adesso si è soffermata sul fondamentale aspetto della socialità e convivialità propri del Ramadan, oltre quelli più conosciuti quali il digiuno e la pratica religiosa. Si prega tutti assieme durante la giornata e poi la sera, quando dopo il tramonto finisce il digiuno, ci si ritrova a far festa e condividere il cibo nell’ifṭār con parenti ed amici. Quest’anno Il Ramadan è iniziato il 22 marzo e finirà il 20 aprile e proprio gli ultimi 10 giorni sono i più importanti. Se si vuole vivere questa particolare esperienza festosa e conviviale, è consigliabile andare a visitare i Paesi musulmani proprio nel periodo del Ramadan.
Nel secondo intervento Hajjah Zeinat Mohamad, ha ricordato l’aspetto di crescita spirituale e di autodisciplina di questa ricorrenza, ma ha anche testimoniato come nella Chiesa di San Felice, sede della Moschea a Roma, si concretizza un intenso cambio interreligioso, cosi a.e. la cucina rimane aperta per tutto il mese e vengono invitati esponenti della chiesa cattolica; a loro volta i musulmani partecipano alle festività cristiane. Come Presidente del Consiglio di Amministrazione di una Moschea, la prima donna in Italia ad assumere questo prestigioso incarico, ha voluto anche testimoniare come non sia solo la figura maschile ad avere un peso nelle società islamiche e come l’immagine stereotipata dell’uomo oppressore sia non veritiera e fuorviante.
A sua volta, Sonia Hadef ha voluto illustrare come vive il Ramadan il suo Paese, l’Algeria. Il popolo algerino è molto fedele, forse perché ha subito lunghe dominazioni coloniali che hanno cercato di sradicarne l’idendità, ottenendo invece l’effetto contrario, cioè di rafforzarla. Nel periodo antecedente di preparazione, si riassettano le case, si preparano piatti tipici della tradizione, si attrezzano le moschee e si prepara il programma degli eventi.
Viene effettuata una raccolta fondi per comprare cibo che viene offerto a tutti, in particolare alle persone sole. È durante il suḥūr, il pasto prima dell'alba, che vengono accese le lanterne, creando un’atmosfera molto particolare e suggestiva.
Durante la seduta spirituale (preghiera di Tarawih) i bambini sono vestiti con abiti tradizionali lunghi, di colore bianco, per far sentire loro che non è un giorno come un altro, le donne indossano gli abiti da sposa, si pratica la circoncisione, si compie il pellegrinaggio e infine si fa la pace, non ha senso il digiuno se non si è in pace con gli altri.
L’Ambasciata prepara l’ifṭār, per abbracciare la comunità algerina in IItalia, al fine di creare anche delle relazioni stabili nel tempo. Il popolo italiano è particolarmente aperto, curioso, vuole conoscere altre culture e la presenza del Vaticano incoraggia ed aiuta il dialogo interreligioso.
A tale proposito, nel suo intervento di chiusura dell’evento, Talal Khrais, fondatore dell'associazione Assadakah e Responsabile dell'Ufficio delle Relazioni Internazionali, ha voluto sottolineare il ruolo cruciale di Papa Francesco che, il 4 febbraio 2019 ha firmato con l’imam Ahmad al-Tayyebad Abu Dhabi la Dichiarazione d’Intenti congiunta, il documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza. È seguito quindi un vivace dibattito con il pubblico presente che ha rivolto molte domande ed espresso apprezzamento per l'incontro.
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