Assadakah News Agency - L’autore non ha bisogno di particolari presentazioni, basti sapere che ha alle spalle una esperienza diplomatica pluridecennale, una conoscenza dei meccanismi politici e geopolitici internazionali che pochi possono vantare, e diverse pubblicazioni. “L’anomalia della Terra Promessa” è l’ultimo lavoro letterario dell’ex ambasciatore Bruno Scapini, che come suggerisce il titolo, è incentrato sulla attuale questione palestinese.
L’attualità dell’argomento è elemento chiave per comprendere la finalità dell’autore, che suscita una importante riflessione, l’anomalia di una promessa. L’opera è stata presentata lo scorso 20 dicembre, nella suggestiva cornice dell’Hotel Donna Laura Palace di Roma, alla presenza di un folto e interessato pubblico, fra cui autorevoli personalità del mondo delle istituzioni, della diplomazia, dell’arte e della cultura. Un indubbio ampio successo. Come nelle precedenti opere pubblicate da Bruno Scapini, traspare l’intento, fedele allo scheletro narrativo tipico personale, che ormai è un “marchio di fabbrica”, Bruno Scapini propone una storia certamente frutto di creatività, inserita in un ben definito contesto storico, politico, sociale e culturale quanto mai reale.
Attrarre il pubblico sul dramma del popolo palestinese; un dramma vissuto nell’alveo di una crisi i cui risvolti spesso fatali, se non brutalmente efferati come nell’attuale guerra oggi combattuta a Gaza, non mancano di suscitare apprensione non solo per la sopravvivenza degli stessi palestinesi, ma anche per gli assetti geopolitici che potranno verosimilmente derivare in un prossimo futuro per tutta l’area mediorientale ed anche oltre. L’opera, scritta già alcuni anni orsono si rivela di una attualità estrema, dipanandosi la trama lungo un tracciato narrativo, indubbiamente di straordinario interesse per capacità avvincente e coinvolgente, ma con effetti di specularità di fatti, situazioni e azioni che ritroviamo con nostra grande sorpresa nella realtà cui la cronaca di questi giorni purtroppo ci richiama.
Fra gli ospiti di livello internazionale, l’ambasciatrice di Palestina in Italia, S.E. Abeer Odeh, che ha offerto una preziosa occasione per ascoltare dalla viva voce di un rappresentante istituzionale, le drammatiche condizioni con cui il popolo palestinese si trova oggi confrontato.
Interessanti anche tutti gli altri interventi che, riflettendo le peculiari esperienze di ciascun relatore, hanno dato completezza al quadro storico-politico di un territorio oggi ad alta intensità critica. Critico sulla parzialità dell’attuale informazione è stato il giornalista Talal Khrais, responsabile delle relazioni internazionali della associazione italo-araba Assadakah, il quale ha voluto evidenziare nel proprio intervento come proprio il mondo dei “media” abbia oggi perso quelle tipiche prerogative di obiettività, di indipendenza e di imparzialità che dovrebbero contraddistinguere l’informazione sul piano della deontologia professionale.
Ulteriore intervento di grande spessore, quello di Marino Biondi saggista, già Professore all’Università di Firenze, e noto critico letterario. Una valutazione estremamente positiva del romanzo non solo per i suoi aspetti di particolare attualità storica, ma anche per la attenta analisi della situazione mediorientale operata dall’autore con indubbia empatia per un popolo in sofferenza, ma soprattutto per la curata descrizione delle situazioni riflesse dall’opera che trovano nei dialoghi e nell’azione dei personaggi l’essenza più significativa della trama. Di grande effetto, la lettura di alcuni significativi brani dell’opera effettuata con sentita espressività dalla poetessa Elisabetta Pamela Petrolati, e la generale conduzione dell’evento cui si è impegnato con indubbia efficacia comunicativa Guglielmo Crostelli come moderatore.
Un momento esaltante è stata la presentazione di questo romanzo che, affidandosi ad una ormai collaudata tecnica narrativa dell’Autore, riesce a cogliere e rappresentare i fatti storici e politici su ben tre dimensioni: umanitaria, geo-strategica e teologica, per esprimere una anomalia, quella ovvero di una terra che la leggenda vuole promessa da Dio ma nella realtà è contesa dagli uomini.
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