Franco Abdulkader Omeich – Lo scorso 10 novembre, papa Francesco ha ricevuto in udienza, al Palazzo Apostolico, il re di Giordania Abdallah II ibn al-Hussein, accompagnato dalla moglie, la regina consorte Rania. L'incontro privato, durato una ventina di minuti, si è concentrato principalmente sulla situazione in Medio Oriente e sulla questione dei migranti.
Per la quarta volta dall'inizio del suo pontificato, Francesco incontra il re Abdallah II e ha colto l'occasione per ringraziarlo per il suo ruolo di protettore dei luoghi santi e per l'accoglienza offerta dalla Giordania ai migranti nella regione.
La Giordania, dal 1946 monarchia hashemita con poco più di dieci milioni di abitanti, accoglie infatti più di un milione di siriani in fuga dal proprio Paese, oltre a lavoratori migranti di altre nazionalità, che provengono dalle regioni limitrofe, e sono impiegata principalmente nell'agricoltura e nell'edilizia. Un esempio di ospitalità per cui il Papa ha espresso la sua gratitudine. Re Abdallah II ha incontrato anche il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato per la Santa Sede, e Mons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali. Oltre alla “valutazione delle buone relazioni bilaterali esistenti”, sono stati discussi molti temi importanti, come indicato in una nota della Sala Stampa vaticana. “Si è fatto riferimento alla necessità di continuare a sviluppare il dialogo interreligioso ed ecumenico, assicurando sempre che la Chiesa cattolica in Giordania possa esercitare liberamente la sua missione”, si legge. Pur sottolineando l'importanza di promuovere la stabilità e la pace in Medio Oriente, con particolare riferimento alla questione palestinese, e alla questione dei profughi, è stata ribadita la necessità di preservare e favorire la presenza cristiana nella regione. Al riguardo, informa ulteriormente il comunicato vaticano, è stata sottolineata la necessità di continuare a preservare lo status quo nei luoghi santi di Gerusalemme, luogo di incontro e simbolo di pacifica convivenza, dove si coltiva il rispetto e il dialogo. Al termine dei colloqui con papa Francesco, dopo la presentazione della delegazione giordana, si è svolto uno scambio di doni. Il Re di Giordania ha consegnato al Santo Padre una copia fotocopiata di un antico Corano e dell'incenso naturale. Francesco, da parte sua, ha offerto una medaglia di bronzo, incorniciata in marmo, raffigurante San Pietro e il colonnato, volumi di documenti pontifici, il messaggio per la Giornata Mondiale della Pace di quest'anno, nonché il documento sulla fraternità umana e il libro sulla Statio Orbis del 27 marzo 2020.
Re Abdullah II ha incontrato per la prima volta Papa Francesco il 29 maggio 2013. È stata un'udienza cordiale, come riferito all'epoca. Il neoeletto Sommo Pontefice lo aveva ringraziato per i suoi rapporti con la Chiesa cattolica del Paese.
Un secondo incontro si è svolto nell'aprile 2014 in Vaticano, a casa di Santa Marta, prima del primo e unico viaggio di Francesco in Terra Santa, che, oltre a Israele e Palestina, prevedeva uno scalo in Giordania. L'udienza si è svolta in un clima cordiale e non formale - come ha sottolineato in questa occasione la Sala Stampa vaticana - con il tema principale, "l'impegno per la pace e il dialogo interreligioso". Il re Abdallah II era accompagnato dal principe Ghazi bin Hussein, suo consigliere per il dialogo tra Cristianesimo e Islam.
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