Un conflitto feroce si sta consumando da oltre dieci mesi in Sudan, con gravi conseguenze umanitarie. Le altre situazioni di guerra in corso nel mondo non sempre permettono di conoscere quello che sta succedendo in questi importante paese africano. Per favorire un avvicinamento a questa dura situazione, la giornalista Antonella Napoli, inviata di guerra e direttrice della rivista Focus on Africa”, ha scritto un libro dove, partendo dalle rivolte che portarono alla caduta del regime del presidente Omar Hassan al-Bashir, racconta la storia passata e recente del Sudan, con al centro le violenze e i crimini perpetrati dalle milizie ex janjaweed, oggi Forze di supporto rapido.
A Roma, nella sede del III Municipio, si è svolta il 27 febbraio in occasione dell’annicersario dell’inizio del conflitto nella regione del Darfur, dove si è consumato dal 2023 un genocidio che ha visto la perdita di almeno 300 mila vite e lo sfollamento di di quasi tre milioni di persone, la presentazione del libro di Antonella Napoli “Il vestito azzurro. Un regime dimenticato e il coraggio di una giornalista” alla quale ha partecipato anche il console dell’ambasciata del Sudan in Italia.
Durante l’incontro, dal titolo "Storie di Crisi dimenticate e diritti violati", oltre ad Antonella Napoli, giornalista insignita della medaglia di Rappresentanza della Presidenza della Repubblica italiana, che ha raccontato la sua esperienza in Sudan durante le rivolte che hanno portato alla caduta del dittatore Bashir nell'aprile del 2019, sono intervenute l’assessora alla cultura Paola Ilati e la professoressa Giorgia Pietropaoli. Durante le proteste, a pochi giorni dalle prime violenze, l’inviata di guerra era partita per andare a seguire sul campo ciò che stava avendo ma fu sequestrata e trattenuta per ore dai servizi di sicurezza e sottoposta ad un duro interrogatorio. Nel libro, questo evento resta però quasi a margine visto che l’attenzione maggiore l’autrice l’ha dedicata al coraggio dei manifestanti che hanno portato alla fine di una dittatura sanguinaria e alla popolazione sofferente del Darfur, dove è in corso una devastante crisi umanitaria.
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