Talal Khrais (NNA Beirut) - All'Angelus il Papa ricorda il bombardamento, ottant'anni fa, sul quartiere romano , il piú popolare di San Lorenzo. Denuncia che anche oggi si ripetono queste tragedie e si chiede: "Come è possibile? Abbiamo perso la memoria?". Poi prega per il "caro popolo ucraino che soffre tanto".
Dopo la preghiera mariana, il Papa ha voluto ricordare "che ottanta anni fa, il 19 luglio del ’43, alcuni quartieri di Roma, specialmente San Lorenzo, furono bombardati". Il tragico anniversario è l'occasione, ancora una volta, per rinnovare il 'no' alla guerra e alla perdita di memoria storica. "Abbiamo perso la memoria? Purtroppo anche oggi queste tragedie si ripetono. Come è possibile? Abbiamo perso la memoria? Il Signore abbia pietà di noi e liberi la famiglia umana dal flagello della guerra. In particolare, preghiamo per il caro popolo ucraino che soffre tanto”.
Questa la preghiera di Sua Santità all'Angelus, in cui ricorda anche la sollecita vicinanza alle vittime mostrata all'epoca dal Pontefice che visitò le rovine, i morti e i feriti, circondato dai romani che lo applaudivano gridando pace.
Solo nel quartiere romano di San Lorenzo ci furono 717 morti e 4 mila feriti, ma per la città il bilancio è stato ben più grave: 3 mila morti e 11 mila feriti tra i quartieri Tiburtino, Prenestino, Casilino, Labicano, Tuscolano e Nomentano bombardati anch'essi.
Mentre Pio XII benediceva gli abitanti di San Lorenzo su cui si era abbattuta la distruzione, arrivava anche Vittorio Emanuele II ma la popolazione lo copriva d'insulti. La fine del fascismo era vicina, sarebbe stata dichiarata ufficialmente il 25 luglio 1943.
Dopo ottant'anni, ciò che resta di quel tragico fatto è la carcassa di una palazzina a tre piani, sventrata sulla via Tiburtina, che, nelle migliori intenzioni avrebbe dovuto diventare la Casa della Memoria e della Storia.
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