Assadakah Roma News - "È notizia recente l'accordo tra i governi italiano e algerino per un incremento della fornitura di 9/10 bcm annui che si aggiungerebbero ai 21 già importati dall'Italia nel 2021 sfruttando così la capacità massima del gasdotto Transmed che fino ad oggi era utilizzata in parte - osserva il Comitato - Un piccolo aumento può essere offerto anche dal gasdotto Tap che potrebbe potenziare il flusso di 1-2 bcm. L'utilizzo dei tre rigassificatori nazionali può essere massimizzato, con un impiego anche nei periodi in cui tradizionalmente non sono utilizzati e purché vi sia la disponibilità di Gnl dai Paesi esportatori, permettendo di incrementare di circa 6 bcm l'importazione di gas".
"Tali misure consentirebbero, nell'immediato, il recupero di circa 20 bcm, cifra che anche con l'aggiunta di contingentamenti nell'erogazione dell'energia e l'importazione di energia elettrica dal Nord, restano comunque lontani dai 30 bcm di gas importato dalla Russia. Risulta inoltre importante non dimenticare, in un esame delle misure di breve e medio termine, l'importanza degli stoccaggi che rendono possibile affrontare la stagione invernale senza grandi scossoni", continua la Relazione. "I provvedimenti risentono ovviamente della disponibilità di Gnl, per esempio la disponibilità di combustibile per le strutture offshore e onshore sarà solo parzialmente cumulabile. Inoltre sarà necessario produrre dei contratti di fornitura a lungo termine e lavorare alla formazione di meccanismi di regolazione dei costi - continua – In quattro-cinque anni, il Tap, già capace di un aumento di flusso a breve termine, con interventi da realizzare in Grecia e in Albania sulle centrali di spinta, potrebbe raddoppiare la sua capacità dagli attuali 10 bcm a 20 bcm. Tale gasdotto è stato selezionato più volte tra i progetti di interesse comune dell'Ue riconoscendone l'indubbio contributo al futuro energetico dell'Unione e, da notizie di stampa, si apprende che a luglio si chiuderà positivamente il market test che permetterà il raddoppio della capacità".
"Un altro intervento strutturale che permetterebbe, entro circa quattro anni, l'immissione nella rete europea di 10 bcm di gas, espandibili fino a 20 bcm, è il progetto Eastmed - Poseidon. Tale interconnettore attingerà ai giacimenti del Mediterraneo orientale, sufficienti sia per alimentare i Paesi limitrofi che per l'esportazione via gasdotto e via rigassificatori - conclude – Il relativo gasdotto approderà a Otranto. Anch'esso è annoverato tra i progetti d'interesse comune per l'Ue. Quantità inferiori di gas si possono ottenere dallo sviluppo del biometano che potrebbe coprire al 2026 circa 2,5-3 bcm e dalla produzione domestica di gas che, come recentemente previsto dal dl Energia, verrà incrementata e garantirà 2 bcm di gas in più rispetto agli attuali 3 bcm. Infine, si può prevedere uno sviluppo di progetti relativi a fonti rinnovabili per una nuova capacità elettrica installata fino a 8 gw all'anno corrispondenti a 3 bcm di gas".
"Nel breve e medio termine, entro i prossimi mesi, non è da escludere una produzione termoelettrica da olio o da carbone, come previsto dal piano di emergenza del sistema italiano del gas naturale e per il quale lo scorso 26 febbraio il ministero della transizione ecologica ha dichiarato lo stato di pre-allarme. Inoltre si possono prevedere le seguenti misure emergenziali. L'Algeria, che è per l'Italia il secondo esportatore di gas, rappresenta la prima alternativa". E' quanto si legge nella Relazione del Copasir sulle conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina nell'ambito della sicurezza energetica.
"La prima risorsa da privilegiare, in un'ottica di cambio della provenienza del gas, è il Gnl e conseguentemente la capacità di rigassificazione del Paese - osserva il Copasir nella Relazione - In un primo tempo tale capacità verrà potenziata con l'ausilio di unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione che in tempi rapidi, un anno e mezzo-due anni, possono offrire l'immissione nella rete da 16 (capacità attuale dei tre rigassificatori esistenti) a 24 bcm di gas. In un tempo stimabile fra i tre i quattro anni, si può incrementare di circa 20 bcm la capacità di rigassificazione onshore con opportuni interventi sulle centrali attualmente operanti sul territorio italiano, Piombino, Panigaglia e Cavarzere. In base a dati del 2020, il mix energetico italiano risulta per più dell'80% composto da fonti fossili, quali gas e petrolio, rispettivamente al 42% e al 36%, e in modo residuale carbone (4%). Le fonti green contano per il 18%: l'11% le rinnovabili (fotovoltaico ed eolico); il 7% la produzione idroelettrica". E' quanto si legge nella Relazione sulle conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina nell'ambito della sicurezza energetica, approvata dal Copasir.
"Tra le fonti fossili, secondo dati del 2021, il petrolio consumato in Italia è prodotto internamente nella misura dell'8%, il resto è importato - si legge nella Relazione - il 21% dall'Azerbaijan, il 17% dalla Libia, il 13% dall'Iraq, il 9% dalla Russia, il 9% dall'Arabia Saudita, il 5% dalla Nigeria, il 4% dalla Norvegia, il 3% dagli Usa, il 2% dall'Algeria, il 2% dal Kazakhstan.
Per il resto, il 7%, proviene in piccole percentuali da altri Paesi". "In base a dati di importazione del 2021, per il 40% si tratta di gas proveniente dalla Russia attraverso il sistema Tag che si collega alla rete italiana a Tarvisio - prosegue il Comitato - Il 29% proviene dall'Algeria, attraverso la Tunisia, con l'interconnettore Transmed che approda a Mazara del Vallo. Il gas dell'Azerbaijan conta per il 9% e arriva, attraverso il sistema Tap, a Melendugno".
"Dalla Libia - sottolinea - arriva a Gela il 4% dal gas totale con l'interconnettore Greenstream. Il gas dei mari del Nord, che rappresenta il 3%, arriva a Passo Gries attraverso Germania e Svizzera, con il sistema Tenp/Transitgas. Infine il 13% è rappresentato da Gnl, gas naturale liquido, che viene immesso nella rete italiana attraverso i terminali di rigassificazione di Panigaglia, Livorno e Cavarzere". "Il Gnl - continua - proviene per il 70% dal Qatar, per il 14,5% dall'Algeria, per l'8% dagli Usa e per il 7,5% da altri Paesi".
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