Talal Khrais (National News Agency) - Noi corrispondenti in Italia seguiamo con grande interesse l'attuale crisi di governo e i riflessi negativi sull'intero Paese, in particolare gli aspetti economici e finanziari. È il nostro compito seguire attentamente e trasmettere nei nostri Paesi notizie precise. Il colmo che la maggiore parte degli italiani intervistati sanno molto poco dell'attuale crisi in particolare i giovani che pretendono diritti senza fare nulla per cambiare.
Due giorni fa il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha respinto le dimissioni del premier Mario Draghi e ha invitato il presidente del Consiglio a presentarsi al Parlamento. Mercoledì prossimo il premier Draghi riferirà alle Camere mentre i partiti dimostrano incapacità e irresponsabilità per affrontare questa crisi. A prima vista la spaccatura dentro il governo sembra causata dal decreto sugli aiuti alle famiglie disagiate. Non c'è più sbagliato di questa idea.
Tutto è cominciato con il dissenso tra il premier italiano e i diversi partiti a causa dell'intervento dell'Italia in Ucraina, il che vuole dire uno schieramento contro la Russia. Non è il mio compito giudicare se giusto o no. Però tocca a me e ai nostri corrispondenti osservare attentamente la gravità della crisi, che tanti italiani, drogati da un ritmo isterico consumismo un protagonismo superficiale ignorano.
Sono molto gravi le conseguenze della guerra in Ucraina per l’economia italiana e molto dipenderà anche dalla sua durata. Ancora prima che la Russia interrompe la fornitura del gas vediamo che tutti i prezzi sono alle stelle, alti prezzi di gas, petrolio e altri prodotti incideranno in modo strutturale sulla crescita del Pil. I colleghi della Stampa Estera seguono con forte preoccupazione la crisi di governo in atto in Italia.
Gli sconvolgimenti politici potrebbero anche mettere a repentaglio la quota gigante (del valore di oltre 200 miliardi di euro) del fondo dell’Unione europea per la ripresa post-pandemia. Nel primo trimestre del 2022, a livello globale, si sono manifestati diversi segnali di shock di offerta, a causa della forte ripartenza dell’economia dopo la pandemia: penuria di materie prime, difficoltà a reperire manodopera.
La guerra tra Russia e Ucraina, iniziata il 23 febbraio, oltre a enfatizzare alcuni fenomeni già in corso, ha indotto un ulteriore shock economico-finanziario che si esplica attraverso molteplici canali di trasmissione: l’ulteriore aumento dei prezzi energetici (in particolare gas e petrolio) e dei beni agricoli, che erode significativamente i margini operativi delle imprese, con riflessi negativi sull’attività economica. Esiste un vero incremento dell’incertezza che influenza negativamente la fiducia degli operatori penalizzando le decisioni di investimento delle imprese e di consumo delle famiglie.
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