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Roma - Bruno Scapini: alle europee per un cambiamento non più rinviabile

Assadakah News - Una lieta sorpresa, per le prossime elezioni europee del 8/9 giugno, sperata e attesa da molti. Bruno Scapini, che ha bisogno di poche presentazioni, si candida nella lista di Democrazia Sovrana Popolare. Con alle spalle decenni di attività politica e diplomatica come ambasciatore della Repubblica in diverse sedi estere, e profondo conoscitore delle dinamiche che regolano l’attività politica e diplomatica, oltre che affermato autore di opere letterarie riconosciute a livello internazionale, Bruno Scapini risponde alla necessità di cambiamento offrendo il proprio fondamentale contributo. Assadakah News lo ha incontrato per conoscere che cosa lo ha spinto a fare questa importante e impegnativa scelta.

Ambasciatore Bruno Scapini, lei è instancabile. Dopo anni di attività diplomatica ai massimi livelli, e dopo essere anche autore letterario di riconosciuto successo, ora la decisione di prendere parte a una nuova sfida…

“…Si, è così. Come diplomatico ho deciso di candidarmi alle prossime elezioni europee, perché il corso politico che stiamo attraversando è decisamente allo sbando”.

Perché con Democrazia Sovrana Popolare?

“Lo dice il nome stesso, non c’è bisogno di molte spiegazioni. Come Democrazia Sovrana Popolare vogliamo rimettere in asse questo corso politico, per portare allo stesso livello tutti quei Paesi che oggi sono penalizzati dalle politiche europee”.

E per quanto riguarda l’Italia?

“Un discorso fondamentale. Queste elezioni europee possono essere l’occasione per porre un freno allo sconsiderato corso politico di Bruxelles, attraverso una nuova leadership, con figure che siano veramente rispettose dei diritti dei cittadini che sono chiamati a rappresentare, per l’affermazione di uno Stato sociale, basato sulla volontà delle popolazioni europee e non solo.

Una sfida non da poco…

“Si, ma necessaria, soprattutto per una leadership innovativa, che spezzi la catena del vassallaggio atlantico, della dipendenza dalle élites finanziarie che ci governano, e soprattutto che ci liberi dall’incubo di un nuovo militarismo, un fatto inquietante ed estremamente pericoloso per la sicurezza dell’Europa”.

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