mm/redazione - E’ avvenuto oggi, presso l’ambasciata del Sultanato dell’Oman in Italia, l’incontro fra una rappresentanza della associazione italo-araba Assadakah, composta dai giornalisti Talal Khrais, responsabile delle relazioni internazionali, e Miryam Muhm, e l’ambasciatore S.E. Nazar Bin Asjulanda Majid Al-Said, accompagnato dal vice-capo missione, mrs.Asila Al-Kiyumi.
L’incontro ha si è focalizzato su diversi importanti argomenti dell’attuale scenario internazionale, ma in particolare delle relazioni fra Sultanato e Italia, accennando agli aspetti storici che legano i due Paesi e come, con una maggiore conoscenza, si possa affinare la cooperazione, per altro già molto profonda, ad esempio a livello culturale e artistico, con la direzione artistica del teatro dell'opera di Musqat affidata all'italiano Umberto Fanni.
L’Oman deve il proprio rapido sviluppo all’operato del Sultano S.A. Haytham bin Tariq Al Sa'id, il quale negli ultimi decenni ha completamente trasformato il Paese del sud-est della penisola arabica, portandolo nella modernità più avanzata, pur nel rispetto delle tradizioni locali e delle visioni religiose delle diverse comunità che convivono.
Storia, cultura e leggenda
L’Oman, che per gli occidentali è un po’ l’essenza dei leggendari ed esotici Paesi del Golfo, ricchi di essenze e profumi, conserva con grande gelosia e lungimiranza la propria cultura, tenendo le risorse naturali saldamente nelle proprie mani.
Ne è chiaro esempio il forte controllo esercitato sull’esportazione dell’incenso, uno dei prodotti di punta dell’Oman. Altra dimostrazione di saggia amministrazione è data dal quel progetto, secondo cui in Oman verranno piantate un milione di palme da dattero, in modo da garantire, in caso di crisi, l’autonomia alimentare. L’Oman, che come molti Paesi del Golfo ha potuto accumulare grande ricchezza grazie al greggio presente nel sottosuolo, oggi abbraccia una politica tesa alla decarbonizzazione e pone grande impegno nel portare avanti il suo mega-progetto per la produzione massiccia di idrogeno, elemento che dovrà sostituire il petrolio e divenire il suo maggiore prodotto di esportazione.
L’Ambasciatore ha sottolineato quanto sia importante far conoscere al mondo la grande tolleranza che contraddistingue il Sultanato dell’Oman, specie in questo periodo storico, caratterizzato da divisioni, estremismi e guerre: “La tolleranza - così ha specificato - è una peculiarità genetica degli omaniti, i quali mostrando profondo rispetto per il prossimo, facilitano una convivenza pacifica”.
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