Assadakah News Agency - “L'Ambasciata della Repubblica del Sudan a Roma presenta i complimenti al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale della Repubblica Italiana, e a tutte le Rappresentanze Diplomatiche accreditate in Italia, ed ha l'onore di aggiornare gli stimati ministeri e le missioni diplomatiche accreditate, esponendo i punti principali della dichiarazione del Sudan al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in data 25 aprile 2023, sugli ultimi sviluppi in Sudan, a seguito al tentativo sventato di colpo di stato messo in scena dalla disciolta Rapid Support Forces (RSF) il 15 aprile 2023.
I drammatici eventi iniziati il 15 aprile sono dovuti alla ribellione delle Forze di Supporto Rapido contro le Forze Armate del Sudan (SAF), con attacchi pianificati contro strutture strategiche vitali. Di fronte a questa ribellione, e sulla base del suo carattere costituzionale nazionale, e l'obbligo morale di proteggere la sicurezza nazionale del Paese e la sua integrità territoriale, le SAF stanno difendendo lo status quo creato nel dicembre del 2018 nel contesto della transizione politica, riconosciuto a livello regionale e internazionale.
Le SAF stanno affrontando questa ribellione in un modo mirato, per ripristinare la sicurezza dei civili e del paese, per garantire il raggiungimento della pace. In uno Stato moderno, le SAF sono unite come entità sancita dalla Costituzione. Le Forze Armate Sudanesi sono impegnate in una strategia di combattimento mirata a ridurre al minimo le vittime civili e i danni a infrastrutture pubbliche e provate.
La possibilità di una soluzione diplomatica è ancora possibile per le disciolte Forze di Supporto Rapido (RSF), per deporre le armi e integrarsi nelle Forze Armate Sudanesi, secondo le condizioni applicate in tali casi.
Per far fronte alle ricadute di questa crisi, il Sudan ha sottolineato le conseguenze da attuare per una tregua umanitaria di tre giorni. Le attività della disciolta RSF, il loro uso di armi in aree residenziali e gli attacchi contro i civili, rappresentano una continua minaccia per la sicurezza pubblica. In questo contesto, il Sudan ha invitato tutti i Paesi a condannare tali atti criminali e la stessa RSF, che nonostante il decreto ufficiale di scioglimento e l’annuncio della necessaria integrazione in un’unica forza armata nazionale, hanno continuato a combattere nelle aree residenziali di diverse città.
Ribadendo l'impegno a far rispettare il processo di transizione, il Sudan ha sottolineato l'importanza di esaminare le cause di conflitto.
e ha inoltre invitato il Consiglio di Sicurezza ONU a preservare il positivo impegno per far fronte agli sviluppi nel Paese, attraverso un approccio razionale, esprimendo la speranza che il Sudan supererà queste difficili circostanze e porrà fine alla ribellione.
Se ne avvale l'Ambasciata della Repubblica del Sudan, per rinnovare al Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Italiana e a tutte le Rappresentanze Diplomatiche accreditate in Italia, l'assicurazione della massima considerazione”.
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