(A cura dell'Ambasciata di Armenia in Italia) - Il 10 giugno 2021 avrà luogo presso il Pontificio Istituto Orientale a Roma l’evento “Arte per la Prevenzione” organizzato dall’Ambasciata della Repubblica d’Armenia in Italia. Tra gli eminenti ospiti che interverranno durante l’evento vi sarà la scrittrice, saggista e poetessa Dacia Maraini, lo storico e critico d’arte, Prof. Claudio Strinati, l’esperto di semiotica e co-autore del libro “Il Genocidio Infinito”, Prof. Ugo Volli e lo storico e autore del libro “Il Genocidio degli Armeni”, Prof. Marcello Flores. Durante l’evento sarà presentata l’opera “The Armenian Mother”, del collettivo di artisti italiani Madenotte, realizzata in memoria del Genocidio armeno e ispirata a una fotografia storica scattata nella zona di Aleppo al tempo della prima guerra mondiale che mostra una madre armena che, con accanto la figlia, piange la morte dell’altra figlia più piccola che giace al suolo. La foto originale, che ha ispirato gli artisti, è una delle foto più simboliche del Genocidio armeno ed è conservata nella Biblioteca del Congresso statunitense. L’evento sarà l’occasione per presentare anche la traduzione in italiano del libro “Mia nonna d’Armenia” della scrittrice francese Anny Romand, impreziosito dalla prefazione di Dacia Maraini ed edito da La Lepre Edizioni.
Il libro è stato scritto dopo che la scrittrice trova per caso, mentre riordinava le cose di famiglia, un quaderno di settanta pagine di cui non sapeva nulla: il diario scritto da sua nonna nel 1915 in armeno, francese e greco che racconta il viaggio di un gruppo di donne e bambini armeni sulle strade dell’Anatolia, verso il deserto e la morte.
L'ambasciatrice armena in Italia,
S.E. Tsovinar Hambardzumyan
Nel libro vengono pubblicati alcuni estratti di quel quaderno che si alternano con le conversazioni che l’autrice aveva con la nonna che l’ha cresciuta. Confrontando il ricordo di quelle conversazioni con le terribili descrizioni del quaderno, Anny Romand rivive l’infinito dolore degli Armeni, filtrato attraverso gli occhi di una bambina.
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