
Elisabetta Pamela Petrolati (Assadakah News) - Il ministro dell’Energia israeliano Eli Cohen ha annunciato, in questi giorni, di aver ordinato l’immediata sospensione delle forniture di elettricità alla Striscia di Gaza, decisione finalizzata a fare pressione sul movimento palestinese Hamas affinché rilasci più ostaggi.
Issat al-Risheq, membro dell’ufficio politico di Hamas, ha definito la decisione di Israele “un ricatto” e una “palese violazione” dell’accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.
Dello stesso parere è la relatrice speciale dell’ONU per i territori occupati, Francesca Albanese, la quale ha affermato che l’assenza di sanzioni ed embargo sulle armi contro Israele, mentre è in atto il taglio del’elettricità nella Striscia di Gaza, sta contribuendo al genocidio.
Attualmente, secondo gli stessi dati della Israel Electric Corporation, non c’è elettricità in tutte le aree della Striscia di Gaza, dove l’energia è stata recentemente fornita solo per il funzionamento del sistema fognario.
Albanese ha dichiarato che il taglio di acqua, cibo, carburante, attrezzature mediche costituiscono una reale minaccia di una nuova Nakba. Inoltre la relatrice ONU ha ribadito, senza parafrasare, come non sia solo un sospetto che Israele abbia intrapreso non una guerra contro Hamas ma stia attuando la ripetizione della Nakba del 1948 e della Naksa del 1967. Albanese ha lanciato un urgente appello alla comunità internazionale affinché faccia il possibile che questo si ripeta, considerando che palesemente gli stessi funzionari pubblici israeliani invocano una nuova Nakba.
“Israele che interrompe la fornitura di elettricità a Gaza significa, tra le altre cose, nessuna stazione di desalinizzazione funzionante, ergo: niente acqua pulita; - ha affermato domenica sera su X Albanese - ancora nessuna sanzione/embargo sulle armi contro Israele significa aiutare e assistere Israele nella commissione di uno dei genocidi più prevenibili della nostra storia”.
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