Patrizia Boi (Assadakah News) - Il 16 dicembre 2024, in occasione del 15° anniversario della consacrazione della Chiesa di Santa Caterina Martire a Roma, presso la residenza dell’Ambasciatore della Federazione Russa a Roma, S.E. Alexey Paromonov, si è tenuta una serata di gala organizzata dall'Ambasciata della Russia in Italia e dall'Ambasciata della Russia presso la Santa Sede.
Tra gli ospiti illustri della serata: Sua Eminenza Nestor, Metropolita di Korsun' e dell’Europa Occidentale, Sua Eminenza il Cardinale Claudio Gugerotti, i rappresentanti delle Chiese ortodossa e cattolica, e gli ambasciatori dei Paesi amici.
Santa Caterina Martire, una cattedrale tra fede e bellezza
Nel cuore di Roma, ai piedi del Gianicolo e nei pressi di Porta San Pancrazio, sorge un gioiello architettonico e spirituale: la Chiesa di Santa Caterina Martire. Questo luogo sacro, simbolo di fede e cultura, accoglie i cristiani ortodossi di diverse nazionalità, in particolare russi, ucraini, moldavi e bulgari, unendo sotto le sue cupole luminose storie e tradizioni che attraversano i secoli.
La storia di questa chiesa affonda le sue radici nell’Ottocento, quando l’imperatore Alessandro I coltivava il sogno di un santuario ortodosso a Roma. Tuttavia, furono necessari quasi due secoli di dedizione, raccolte fondi e perseveranza da parte della comunità ortodossa per concretizzare questa visione. Fu solo alla fine del XX secolo, con l’intervento dell’Ambasciata della Federazione Russa, che il progetto trovò il suo impulso definitivo. Nel maggio del 2000, il progetto di Andrej Obolenskij venne presentato al Comune di Roma, e, poco dopo, ebbero inizio i lavori.
La Chiesa, completata nel 2009, si erge all’interno del parco di Villa Abamelek, una residenza di grande fascino che ospita l’Ambasciata Russa. Con i suoi 29 metri di altezza e una superficie di quasi 700 metri quadrati, l’edificio è un capolavoro di arte bizantina. La facciata, dominata da un tetto di un verde acqua marina che si staglia contro il cielo romano, richiama l’estetica delle antiche chiese russe. All’interno, un’esplosione di luce e colori accoglie i fedeli: statue dorate, mosaici raffinati e icone che narrano storie di santi e martiri rendono questo luogo un santuario dell’arte sacra.
Santa Caterina Martire è più di una chiesa: è un ponte tra culture e spiritualità. La sua dedicazione alla martire Caterina d’Alessandria – simbolo di saggezza e coraggio – riflette la forza della fede che ha accompagnato la comunità ortodossa di Roma lungo il suo cammino. Ogni dettaglio, dalle eleganti decorazioni interne alle solenni cerimonie di consacrazione, è un tributo al legame profondo tra il passato e il presente.
L’iter per la realizzazione della chiesa è stato segnato da momenti di grande significato. Nel gennaio 2001, la posa della prima pietra – benedetta dall’arcivescovo di Korsun’ Innokentij alla presenza di autorità italiane e russe – rappresentò un atto di speranza e unità. La consacrazione della cripta dedicata ai santi Costantino ed Elena, avvenuta nel 2007, e l’inaugurazione della chiesa maggiore nel 2009, furono tappe culminanti di un percorso che è andato ben oltre la costruzione di un edificio: è stato un atto di fede e celebrazione della coesistenza.
Oggi, Santa Caterina Martire è un luogo vivo, dove le liturgie, i canti e le preghiere si intrecciano con la bellezza architettonica e artistica, offrendo a chi la visita un’esperienza di profonda spiritualità. È un rifugio per l’anima e un simbolo di come le radici della fede possano trovare nuova linfa in un mondo in continua trasformazione. Come un faro di luce, questa chiesa invita a riflettere sul dialogo tra popoli e culture, celebrando la bellezza della diversità che arricchisce il tessuto della nostra storia comune.
Il Rettore della Chiesa è il Rev.mo P. Ambrogio Matsegora, Vicario Generale del Patriarcato di Mosca in Italia e Segretario dell’Esarca Patriarcale per l’Europa occidentale. La celebrazione
della Divina Liturgia, viene officiata secondo il rito bizantino-slavo e accompagnata dai canti liturgici tipici della tradizione russa, in paleo-slavo.
S.E. Alexey Paramonov durante la serata di Gala ha dichiarato:
«Ritengo importante rilevare che l’idea di costruire la prima chiesa ortodossa della storia a Roma proprio su uno dei pittoreschi declivi del parco di Villa Abamelek, Residenza Ufficiale dell’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, avesse ottenuto l’appoggio del Presidente della Federazione Russa e del Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, fosse stata discussa nel corso di negoziati tenuti ai massimi livelli, riscontrando nell'Italia stessa ampio sostegno da parte sia del governo e delle autorità regionali e comunali, sia dei cittadini. Ciò era stato particolarmente evidente in occasione della cerimonia per la deposizione della prima pietra della chiesa, svoltasi nel 2001, a cui avevano partecipato i Ministri degli Affari Esteri russo e italiano, nonché un’alta delegazione di rappresentanti della Santa Sede».
Sua Eminenza Nestor, ha sottolineato:
«Siamo stati testimoni di un evento storico. Il ventaglio di opportunità creatosi ha costituito un passo avanti, poiché tra i nostri Paesi, tra le nostre chiese e i nostri popoli, si è creato un clima di comprensione reciproca, il desiderio di conoscersi meglio […] Fin dall’inizio, il progetto era stato sostenuto dal Metropolita di Smolensk Cirillo, divenuto successivamente Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie».
S.E. Ivan Soltanovsky, Ambasciatore della Federazione Russa presso la Santa Sede, ha spiegato:
«È significativo notare che la consacrazione della nostra chiesa nel 2009 fosse avvenuta quasi contemporaneamente all'assurgere di piene relazioni diplomatiche tra Russia e Santa Sede. Simbolico è anche il fatto che proprio in queste ore, in Piazza Navona, in vista dell’Anno Giubilare 2025, s'inauguri una straordinaria mostra di icone ortodosse, organizzata dalla Santa Sede, cui va la mia gratitudine. Questo gesto di reciprocità avviene in un periodo molto complesso. Le citate coincidenze e connessioni sottolineano le nostre comuni radici cristiane e la profondità di questa cultura spirituale condivisa».
Citiamo una parte molto significativa dell’intervento dell’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia Alexey Paramonov:
«La costruzione di questa nuova chiesa ortodossa in Italia è andata a coincidere con l’inizio del XXI secolo, ovvero l’epoca che tutti noi stiamo vivendo, un’epoca di enormi cambiamenti, conquiste e contraddizioni, che ha visto l’aggravarsi di tante crisi ma che ci presenta anche le infinite possibilità offerte dalle nuove tecnologie. Un’epoca, d’altra parte, caratterizzata dallo straordinario accentuarsi della necessità di ricercare una strada che conduca al consolidamento della giustizia, della fiducia, della concordia e dell’armonia in un mondo nuovo, sempre più multipolare e diversificato.
Le attuali tendenze, senza dubbio, testimoniano l’anelito, da parte della società russa, a preservare e a rafforzare quei fondamenti morali e spirituali e quei valori tradizionali dei quali si fanno custodi le quattro confessioni religiose storicamente presenti sul territorio russo. È possibile che, come in passato, le parole profetiche di Fëdor Dostoevskij, il quale una volta scrisse che “i problemi più gravi dell’uomo moderno derivano dal fatto che egli ha perduto il senso di una collaborazione cosciente con Dio in quelle che sono le Sue intenzioni nei confronti dell’umanità”, nel nostro Paese vengano tuttora lette con considerazione e rispetto. Giunge da qui l’avversione diffusa in Russia nei confronti di modelli di comportamento che sono contro natura e che vengono imposti dalla moderna cultura neoliberista, assieme al desiderio legato alla ricerca del necessario equilibrio tra libertà e responsabilità, tra diritti e doveri, tra innovazione e tradizione, tra vita spirituale ed esistenza materiale, tra dimensione privata e pubblica, tra ciò che è passato, ciò che è presente e ciò che è futuro.
E fu così che, nella Città Eterna, sorse il simbolo spirituale, trascendentale di quella “sovranità spirituale” che è propria della Russia: un Paese che è molto aperto nei confronti di tutto ciò che esiste di buono in questo mondo, ma che allo stesso tempo ha grande cura di preservare la propria identità e la propria anima, di mantenersi in sintonia con le frequenze emesse dal suo “diapason” culturale.
È parere condiviso da tutti che la Chiesa di Santa Caterina Martire rappresenti ormai una “finestra” senza uguali sulla Russia e sulla sua cultura spirituale. E nonostante la notevole “differenza d’età” tra la Chiesa e gli altri luoghi di culto di Roma, essa sa intrattenere un garbato, riguardoso dialogo di carattere architettonico, ma non solo, con i simboli e le istituzioni che si stagliano nelle sue vicinanze e che sono parte dell’identità di questo grande centro globale del Cattolicesimo; un dialogo che quindi intrattiene anche con la capitale d’Italia, con i suoi abitanti e con coloro che vi sono presenti come ospiti».
Comments