Per Netanyahu Israele "è in guerra su più fronti contro l'asse del male". L'Iran annuncia una "risposta schiacciante" per l'uccisione a Teheran del capo di Hamas il 31 luglio scorso. Mons. Soueif, arcivescovo maronita di Tripoli del Libano: "Sono molto sicuro che la diplomazia della Santa Sede giochi un ruolo importante per la pace in Medio Oriente"
Luca Collodi - Città del Vaticano
Un attacco aereo israeliano avrebbe colpito oggi la centrale elettrica nella città di Taybeh, nel Libano meridionale, collegata a un impianto di fornitura idrica. Media libanesi riferiscono che a causa dell'incendio divampato nella centrale, l'acqua è stata interrotta in dozzine di città servite dall'impianto. In Israele, in una riunione di governo tenuta oggi, 4 agosto, il premier israeliano Benjamin Netanyahuha sottolineato come "Israele sia in una guerra su più fronti contro l'asse del male dell'Iran", "colpendo con forza ognuna delle sue braccia". Il capo del Parlamento di Teheran, Mohammad Baqer Qalibaf, replica parlando di "risposta schiacciante" e "lezione storica", con minacce a Israele e Stati Uniti in relazione all'uccisione, mercoledì scorso a Teheran, del capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh. Intanto, per la stampa americana che cita fonti dei servizi segreti di Usa ed Israele, la rappresaglia iraniana per l'uccisione del capo politico di Hamas potrebbe avvenire con un attacco domani, lunedì 5 agosto.
La paura
"La popolazione vive in uno stato di paura costante. Questo timore non è circoscritto solo al Libano ma si estende a tutta la regione del Medio Oriente dove ogni Paese è pervaso dall'incertezza sul futuro". Mons. Joseph Soueif, arcivescovo maronita raggiunto telefonicamente a Tripoli del Libano, sottolinea alla Radio Vaticana come "le persone non sanno cosa potrebbe accadere: una guerra aperta o forse qualcosa di limitato o imprevisto". "In mezzo a questa instabilità, continua, la popolazione vive con il terrore di fronte a questi eventi imprevedibili e devastanti, che colpiscono indistintamente persone innocenti. La situazione richiede una gestione attenta e una visione creativa per navigare attraverso queste acque tumultuose".
"Ogni ora, ogni giorno, ascoltiamo una versione diversa sulla guerra". "Speriamo di no, afferma l'arcivescovo maronita, ma se la situazione si dovesse aggravare sarebbe un grande danno non solo per la popolazione locale". "Tra i giovani di tredici, quattordici anni, ad esempio, gira molta droga e questa crisi per loro, rappresenta in particolare una tragedia, una distruzione totale del mondo che conoscono e in cui crescono". "Il Libano, inoltre, affronta problematiche economiche ed istituzionali significative, come la mancanza di un presidente eletto. Anche questo contribuisce ad aggravare ulteriormente la situazione del Paese".
La pace
"Nel mezzo di queste tensioni e paure, esorta mons. Soueif, tutti i fedeli di buona volontà sono chiamati a vivere nella pace. Senza la pace, ci sarà sempre guerra. La pace è basata sul dialogo e sulla giustizia, elementi fondamentali per costruire una società stabile e armoniosa". "Ci sono tentativi diplomatici, anche se limitati, da parte del Libano. C'è un movimento diplomatico più ampio dei Paesi coinvolti nella ricerca della pace nell'area. Tanti tentativi che speriamo raggiungano un risultato". "Sono però sicuro, conclude l'arcivesco maronita di Tripoli del Libano, mons. Soueif, che la diplomazia della Santa Sede giochi un ruolo molto importante. Conosco bene come la Santa Sede non lasci nessuna occasione per parlare del Libano e della pace in tutte le situazioni".
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