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Rai Uno alla scoperta dell'Armenia


Talal khrais - Prosegue l’impegno di Rai Uno nella bellissima terra d’Armenia con lo speciale del Tg1, curato dalla giornalista Stefania Battistini, con la collaborazione delle squadre di Mauro e Simone.

Stefania, instancabile reporter nel vero senso del termine, dimostra sempre grande passione per il suo lavoro e non sono certo da meno i giovani collaboratori di alta professionalità. Si impegnano tutti senza sosta per arrivare dove altri non arrivano. Ogni giorno vengono realizzati bellissimi e importanti contributi per il documentario alla scoperta dell'Armenia, culla della nostra civiltà.

Oggi, dopo tanta fatica, Stefania è riuscita incontrare un gruppo di donne di Hadrut, capoluogo dell'omonima regione nella Repubblica dell'Artsakh. Si tratta di donne armene scampate alla morte, che hanno dovuto subire il dolore di un’altra guerra, altre aggressioni, donne che non si sono arrese e che, anzi, continuano con tenacia ad esprimere amore per la propria terra attraverso l'arte. In particolare hanno dipinto un quadro che mostra Hadrut, la sua storia e loro radici.

Si tratta infatti di un’antica città risalente probabilmente al XVI secolo, nata da un insediamento, denominato "Honashen" (dall'armeno "hon" corciolo, e shen, insediamento), nei pressi dei fiumi che erano presenti in quell’area. In armeno Hadrut significa appunto "tra i fiumi", e nella parte vecchia della cittadina, in un dedalo di stradine e stretti vicoli tortuosi, si possono ammirare case risalenti al XVIII e al XIX secolo.

Molto interessante è anche il museo delle tradizioni locali, la chiesa di Surb Haroutyoun (Santa Resurrezione) del XVII secolo e un bellissimo platano millenario. Da non dimenticare l'antico villaggio di Tyak, con le caratteristiche abitazioni e le strade lastricate, che si snodano attraverso valli abbellite da sorgenti cristalline.

Proprio da Hadrut parte il sentieri Janapar, che attraversa tutta la regione meridionale dell'Artsakh, territorio abitato dalla storica comunità rurale Drakhtik, o Drakhtadzor.

Sono fiero di accompagnarla in questa bellissima missione, alla scoperta della cultura e della verità storica. Un importante impegno, fra le tradizioni, il passato e le bellezze di queste terre del Caucaso, che ha soprattutto lo scopo di dare voce di chi non ne ha.


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