Franco Abdelkader Omeich - Eni e TotalEnergies chiudono il cerchio attorno al trasferimento a QatarEnergy di una quota del 30% nei blocchi esplorativi 4 e 9, al largo delle coste libanesi. L'accordo per il passaggio è stato firmato oggi, domenica 29 gennaio, a Beirut, alla presenza del primo ministro del Libano, Najib Mikati, dal ministro dell’Energia e dell’Acqua del Libano, Walid Fayad, dal presidente e ad di QatarEnergy e ministro di Stato per gli Affari Energetici del Qatar, Saad Sherida Al-Kaabi, dal numero uno di Eni, Claudio Descalzi, e dal ceo di di TotalEnergies, Patrick Pouyanné.
Con questo trasferimento, Eni deterrà una partecipazione del 35%, QatarEnergy del 30% e TotalEnergies, in qualità di operatore, il restante 35 per cento. L’operazione rafforza la cooperazione strategica di Eni con QatarEnergy, partner in Qatar, Oman, Messico, Marocco e Mozambico, e conferma l’interesse esplorativo nel Mediterraneo orientale. La notizia dell’intesa era stata anticipata nei giorni scorsi dallo stesso Fayad, interpellato dall’agenzia Reuters. «Questo sarà un importante sviluppo positivo», aveva detto il ministro aggiungendo che si potrebbe anticipare l’avvio delle attività di esplorazione da novembre.
Il primo round di licenze lanciato dal Libano nel 2017 ha visto un consorzio formato da TotalEnergies, Eni e la russa Novatek conquistare le gare per avviare le attività esplorative nei blocchi offshore 4 e 9 al largo delle coste del Libano. La compagnia russa Novatek ha poi fatto un passo indietro nel settembre 2022 e ha lasciato la sua quota del 20% al governo libanese. Nell'ottobre 2022, il Libano e Israele hanno quindi raggiunto un accordo, mediato dagli Stati Uniti, per delineare il loro confine marittimo a lungo conteso, che ha ostacolato le esplorazioni per anni. Il blocco 9 si trova principalmente nelle acque libanesi, ma un segmento si trova a sud del confine appena individuato con Israele. Quest’ultima e Total anche hanno finalizzato un accordo separato per eventuali entrate generate da quel fronte. L’intesa stabiliva inoltre che nessuna società libanese o israeliana avrebbe operato nella zona al di sotto del nuovo confine. Le aree offshore nel Mediterraneo orientale e nel Levante hanno prodotto importanti scoperte di gas negli ultimi dieci anni. E l’interesse per queste aree è cresciuto in modo assai significativo a valle della decisione della Russia di interrompere gli approvvigionamenti di gas. Una scelta che ha aperto la corsa in Europa e non solo a individuare fornitori alternativi.
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