Assadakah News - I ministri degli Esteri di Iran, Russia e Turchia (Abbas Araghchi, Serge Lavrov e Hakan Fidan) sono a Doha, per un incontro nel quale si cercherà di frenare la drammatica escalation siriana. Da parte sua la Turchia, che con Damasco non ha rapporti dal 2011, ha sempre dato priorità al contenimento dell’organizzazione curdo-siriana Ypg. Vitale per il governo turco è anche evitare flussi di profughi che costerebbero consenso al partito del presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
Proprio il leader turco ha nuovamente esortato Assad a stabilire con il proprio popolo e con le opposizioni un dialogo. E lo deve fare urgentemente se vuole porre fine al conflitto attraverso una soluzione politica. Sottolineando di non aver mai ricevuto risposta da Assad alle sue aperture, Erdogan ha auspicato che l’avanzata dei ribelli in Siria continui senza incidenti, dopo la conquista di Idlib, Hama e Homs, con Damasco come obiettivo finale.
Il ministro degli Esteri iracheno, Fuad Hussein, ha confermato l’intenzione di tenere il proprio Paese fuori dallo scontro: “La necessità è quella di proteggere il territorio e i confini iracheni e di allontanare l’Iraq da qualsiasi attacco terroristico, ha affermato in un incontro con gli omologhi siriano e iraniano, aggiungendo che tutte le forze di sicurezza irachene sono in stato di massima allerta”.
Da parte sua, l’iraniano Araghchi ha definito l’offensiva una minaccia per l’intero Medio Oriente. Quanto al capo della diplomazia di Damasco, Bassam al-Sabbagh, ha denunciato un nuovo piano di divisione della regione. I tre hanno concordato di continuare le consultazioni e il coordinamento riguardo agli sviluppi in Siria, sottolineando la necessità di mobilitare tutti gli sforzi arabi, regionali e internazionali per raggiungere soluzioni pacifiche.
I combattimenti finora hanno provocato lo sfollamento di 280 mila persone, con il timore che possano aumentare fino a 1,5 milioni.
Comments