Assadakah Roma News - Negli ultimi anni i rapporti tra Italia e Qatar si sono rafforzati sempre di più, e la guerra fra Russia e Ucraina è motivo di approfondimento fra i due Paesi, specialmente per quanto riguarda l’alternativa italiana alle forniture di gas russo, oggi seriamente a rischio. E come con il Qatar, anche con l’Algeria il discorso è uguale.
Il precipitare degli eventi, spiega inoltre perché l’agenzia per la sicurezza estera italiana, AISE, è impegnata nella sorveglianza e protezione dei giacimenti di gas in Qatar, anche se il dubbio può nascere dal fatto che tale operazione è in corso da circa due anni. Di fatto, la fantapolitica è sempre meno “fanta” e sempre più drammaticità quotidiana, e questo la dice lunga.
In ogni caso, la partnership Italia-Qatar è in essere da molto tempo, ed è una cooperazione amichevole e in progressione, soprattutto per quanto riguarda il settore energetico e quello della difesa, sia a livello industriale che istituzionale. In prima fila, naturalmente, il gruppo ENI.
Il rapporto di cooperazione è notevolmente vantaggioso per l’Italia, perché è un importante elemento di bilanciamento per la posizione che il nostro Paese ha negli instabili equilibri con gli altri Paesi fornitori di materie energetiche prime, con particolare riferimento alla Libia.
Dal punto di vista commerciale il totale dell’import-export fra Italia e Qatar, nel 2019-2020, è stato pari a 2,6 miliardi di euro, con un incremento del 2% rispetto al 2018. Il dato conferma un aumento degli scambi e, di conseguenza, l’importanza delle relazioni commerciali reciproche per entrambe le parti: nello specifico, l’Italia è stato il 6° Paese fornitore del Qatar. Doha, peraltro, attraverso il suo Fondo sovrano, ha investito non poco in Italia, specialmente in ambito infrastrutturale e nella moda, ma anche nel campo dell’istruzione universitaria e nella ricerca, con un accordo che permetterà il consolidamento degli scambi tra i due Paesi e un’ulteriore istituzionalizzazione delle relazioni.
I settori che comunque trainano il tutto, per le potenzialità insite, sono senz’altro quello energetico e quello della Difesa.
Nel primo, il Qatar rappresenta per l’Italia il terzo principale importatore di gas naturale, dopo Russia e Algeria, e il primo importatore di gas naturale liquefatto. In quest’ultimo settore il Qatar ricopre un ruolo strategico nel mercato italiano: la Qatar Terminal Ltd, controllata da Qatar Petroleum, partecipa infatti per il 23% nella proprietà dell’Adriatic LNG Terminal offshore di Porto Levante. Inoltre Qatar Petroleum ha accordi con ENI in varie aree del mondo, ad esempio nell’offshore di Mozambico, Kenya, Marocco, Oman e Messico.
Il settore della Difesa ha subito un forte impulso. Fincantieri e Leonardo hanno firmato importanti contratti con il Qatar, ai quali si è abbinata l’intesa Fincantieri-Ministero della Difesa del Qatar. Inoltre, nel 2020 si è giunti a un importante accordo tecnico tra l’Aeronautica Militare italiana e quella del Qatar, che prevede l’addestramento dei piloti in Italia.
E’ però l’energia il principale terreno di cooperazione, e di estrema importanza per il sistema economico italiano, attentamente monitorato dai servizi segreti e dall’apparato militare.
Il principale sistema d’approvvigionamento ha origine dal giacimento di North Field, nel Golfo Persico, in acque territoriali del Qata; la raffinazione è affidata al mega-impianto di Ras Laffan, nel nord est dell’emirato. Poi il GNL è caricato sulle navi e trasportato in Italia, su una rotta di circa 7.200km, attraverso Mar Arabico, Mar Rosso e Suez.
In Italia, il principale approdo è l’Adriatic LNG di Porto Viro, nell’alto Adriatico, dove il gas liquefatto viene rigassificato e inviato alla rete di distribuzione. Il tutto per un volume di circa 8 miliardi di metri cubi l’anno, cioè il 50% dell’importazione totale. L’Italia dispone attualmente di tre terminali (Livorno, Panigaglia e Rovigo), per una capacità complessiva di 16 miliardi di metri cubi all’anno (su un totale di 100).
I risultati non si sono fatti attendere: con 77,8 milioni di tonnellate di GNL esportate nel 2019, il Qatar ha conquistato la leadership tra i produttori mondiali ed è oggi considerato come il punto di riferimento mondiale del gas liquefatto, con l’obiettivo di accrescere la capacità produttiva a 126 milioni di tonnellate entro il 2027 sfruttando in particolare il giacimento di North Field, il più grande del mondo, con riserve stimate in 25.000 miliardi di metri cubi.
Tutto questo, sullo sfondo di un vero e proprio mosaico di partecipazioni internazionali nell’intero sistema della società nazionale Qatar Petroleum, partecipata da ExxonMobil Italia Gas (70.7%); dalla Qatar Terminal Company Limited (22%); e da SNAM SpA (7.3%), quest’ultima controllata per il 30% dal Gruppo Cassa Depositi e Prestiti. Uno scambio ben equilibrato, che alla presidenza del principale terminal italiano Homoud Fahad Homoud Sultan Al-Qahtani, mentre amministratore delegato è il manager di origini britanniche, Timothy J. Kelly. Tra i consiglieri, il Qatar ha anche un suo secondo rappresentante, Ali Khalaf Al-Kaabi, direttore della società South Kook Gas Ltf, (principale importatrice di GNL in Gran Bretagna) anch’essa di proprietà di Qatar Petroleum International (70%) e di ExxonMobil (30%).
Nel settembre 2019 Adriatic LNG ha celebrato a Venezia il 10° anniversario di attività; ospite d’onore Saad Sherida Al-Kaabi, ministro dell’Energia del Qatar e presidente di Qatar Petroleum, con l’ambasciatore del Qatar in Italia, Abdulaziz Ahmed Almalki Aljehni.
Pertanto l’Italia dovrà sfruttare la propria posizione politica favorevole con il Qatar per cogliere le opportunità offerte da quest’ultimo. Si tratta innanzitutto di vantaggi per le aziende italiane, specialmente a fronte degli ingenti investimenti che Doha sta portando avanti in vista dei Mondiali di calcio del 2022, ma anche di potenzialità di tipo energetico. In questo senso l’Italia potrebbe valutare di appoggiarsi maggiormente al Qatar per diversificare l’importazione di gas naturale, ad oggi proveniente dalla Russia per il 46%.
A tale scopo, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha recentemente incontrato Mohammed Al Thani, vice-primo ministro e ministro degli Esteri del Qatar, per parlare di “collaborazione energetica”, e di eventuali modifiche al contratto sottoscritto da Edison (società del gruppo francese EDF) per 6,5 miliardi di metri cubi l’anno. Ovvero: serve più gas dal Qatar perché ne arriverà molto meno dalla Russia, mentre dalla Algeria ne arriva il 22% e dalla Norvegia il 12% circa.
Vi sono poi altre questioni da mettere a punto, fra cui la domanda degli altri Paesi, come la Cina, elemento destabilizzante in quanto non c’è abbastanza disponibilità di gas liquefatto a livello mondiale per compensare un eventuale drastico azzeramento dei flussi russi in Europa. Senza dimenticare che l’Europa non ha sufficienti capacità di rigassificazione per gestire grandi volumi di GNL per un periodo di tempo prolungato.
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