Talal Khrais (Assadakah News Agency) - Il 10 febbraio 2024 l’Ambasciatore della Repubblica di Armenia in Italia Tsovinar Hambardzumyan, è stata insignita del prestigioso premio internazionale Bonifacio VIII – 2023 da parte dell’Accademia Bonifaciana, che porta il titolo “Per una Cultura della Pace”.
La cerimonia di premiazione si è svolta nel Palazzo Papale (edificio del municipio) della città di Anagni. Nell'ambito della stessa manifestazione, il Premio Bonifacio VIII è stato assegnato anche a sua Eminenza, il Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente Em. Pontificio Consiglio della Cultura Santa Sede, a Marco Villani, Vice Segretario Generale del Consiglio dei Ministri e ad Anna Maria Anders, Ambasciatore polacco in Italia.
Questo premio, intitolato a Papa Bonifacio VIII, è stato assegnato a diverse personalità politiche, religiose e pubbliche di spicco, tra questi gli ex presidenti del Parlamento Europeo, David Sassoli, Antonio Tajani e Jerzy Buzek, il cardinale Koch, il premio Nobel Rita Levi Montalcini, i primi ministri Giulio Andreotti e Romano Prodi, gli ex presidenti Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi, il presidente della Camera Roberto Fico, il deputato Gianni Letta, il direttore della Protezione civile Guido Bertolazzo, l'astronauta Umberto Guidon, il Generale Claudio Graziano, gli Ammiragli Guido Venturoni e Paolo La Rosa, ecc.
Alla cerimonia erano presenti anche il Procuratore Generale Militare italiano Maurizio Block e le autorità religiose, politiche e militari.
Il Rettore dell'Accademia Bonifaciana, Sante De Angelis ha consegnato il premio all'Ambasciatore Hambardzumyan. La cerimonia di premiazione è stata preceduta dalla lectio magistralis del Cardinale Ravasi dal titolo “L'umanesimo necessario tra scienza e nuova comunicazione”, seguita dagli interventi dei premiati.
Nel suo discorso, l'Ambasciatore Hambardzumyan ha espresso gratitudine per aver ricevuto un premio così prestigioso, ha presentato la situazione nella regione, le sfide dell'Armenia e del Nagorno-Karabakh, l'impegno dell'Armenia nell'agenda di pace e ha sottolineato l'importanza della pace per l'intero Caucaso meridionale.
L'Ambasciatore ha sostenuto che la non adeguata condanna e i doppi standard rispetto alla guerra dei 44 giorni del 2020 contro il Nagorno-Karabakh, sono stati uno dei principali motivi del proliferare di conflitti nel mondo, a cui tutti stiamo assistendo attualmente. Ha sottolineato che l’impunità incoraggia e legittima altre violenze e aggressioni, alienando la pace, e di conseguenza il Nagorno-Karabakh è ormai privo della sua popolazione autoctona armena; i suoi monumenti, le sue chiese sono fortemente a rischio di distruzione.
L'Ambasciatore ha infine concluso il suo discorso con le seguenti parole: "Per me questo premio non è solo un riconoscimento personale, ma un simbolo dell'impegno della Repubblica d'Armenia in questa direzione verso la pace."
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