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Presidente Assadakah Roma: “Che cosa insegniamo ai giovani?”

Redazione – In occasione dei tragici sviluppi della situazione ucraina, Massimo Marziali, presidente di Assadakah Roma, rivolge un comunicato alle parti in causa: “Il conflitto che si acceso in questi giorni tra Russia e Ucraina ci porta indietro nel tempo, in un’epoca che mai avremmo pensato di rivivere. Una guerra con le molteplici disgrazie annesse ci fa rivivere momenti della nostra storia che noi, persone pervase da amore, pace e cultura pensavamo che non appartenessero più alla nostra società, se non in quei pochi focolai dove motivi religiosi, etnici o altro continuavano ad alimentare le fiamme a dispetto della unanime condanna. Nelle guerre non c’è mai chi ha ragione e chi ha torto, chi vince e chi perde, nessuno ha ragione e perdono tutti, vince solo la disperazione, la morte la miseria dei popoli che le subiscono.

Purtroppo a prevalere sulla ragione sono spesso gli interessi economici, quelli di chi specula sui conflitti, la brama del potere e tante altri ignobili motivi. Se da una parte è condannabile il ricorso alle armi, è anche e sicuramente da condannare l’atteggiamento di chi cercava di realizzare alleanze e basi militari a ridosso dell’altro, non certo per scopi di pace e cooperazione. Inutile pensare che ci siano soluzioni nel dialogo come molti politici speravano, si tratta di posizioni troppo rigide da entrambe le parti. E’ la solita lotta dei due titani, mai sopita, e che ci impedirà sempre quel mondo che noi (sognatori?) vorremo vedere prosperare nella pace, nell’aiuto tra fratelli, nella giustizia sociale e fatto di tutti quei gesti di solidarietà al punto di farci sentire cittadini del mondo.

Cosa stiamo insegnando ai nostri giovani? Un modello di società fatta di violenza e di sopraffazione, nel quale non c’è posto per amore verso i nostri fratelli o per la bellezza, l’arte, la cultura ma solo per il danaro e il consumismo. Noi di Assadakah Roma, insieme a tutti coloro che con noi collaborano e a tutti quelli che condividono i migliori ideali, condanniamo fermamente ogni vento di guerra, ogni istinto di violenza nei confronti di chiunque, ogni desiderio di primeggiare, convinti che i veri valori dell’umanità siano ben distanti da tutto ciò eppure tanto facili da individuare per chi lo volesse.

Un abbraccio a fraterno va a tutti coloro che saranno vittime del conflitto, ai loro amici e parenti., ai bambini che resteranno orfani, alle mogli che resteranno vedove, ai feriti e ai mutilati, a tutti coloro che non avrebbero voluto tutto questo ma che dovranno subirlo. Resta da ultima, ma somiglia solo ad una recondita possibilità, la speranza che il conflitto termini assai presto, che non coinvolga altri contendenti, che non provochi disastri irreparabili. Nostro preciso dovere sarà come sempre impugnare la penna, che arrivi più in là quanto la ragione non ha fatto”.

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