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Premio IPAF al palestinese Basim Khandaqji

Assadakah News - La associazione italo-araba Assadakah si accoscia alle felicitazioni per l’Internazional Prize for Arabic Fiction 2024, il più importante e internazionalmente riconosciuto del mondo arabo, al romanzo “A mask, the colour of the sky”, dello scrittore palestinese Basim Khandaqji, che sarà tradotto e pubblicato in italiano a settembre da Europa Editions, a cura di Barbara Teresi. Un’opera scritta fra giugno e settembre 2021, pubblicato in Libano nel 2023 mentre Basiim si trovava in un carcere israeliano, dal 2004.

La conferma del premio è stata comunicata dal presidente della giuria IPAF, Nabil Suleiman, nel corso della cerimonia annuale di premiazione, tenuta ad Abu Dhabi.

I giudici hanno selezionato il libro di Basim fra 133 titoli candidati, ed è stato ritirato da Rana Idriss, la coraggiosa direttrice della casa editrice libanese Dar Al Adab.

L’azzurro del cielo, citato nel del titolo, porta al colore del documento di identità israeliano, che il protagonista Nur, giovane archeologo palestinese di Ramallah, trova in una giacca usata, mentre sta scrivendo un romanzo sulla vera storia di Maria Maddalena. Vinto dal desiderio di lasciarsi alle spalle il campo profughi, e potersi spostare liberamente, visitando i luoghi di cui è appassionato, decide di far falsificare il documento con la propria foto e di spacciarsi per israeliano, grazie anche al fatto di parlare correntemente la lingua. Diventato Ur, inizia un viaggio alla ricerca di di identità, memoria del suo Paese, e pace.

E’ un testo scritto in prigione, diretto, duro come deve essere perché reale. Un romanzo oltre il classico filone "letteratura carceraria", perché si allontana dai generi classici di auto-fiction, creando un'opera di finzione, che descrive con cura eventi e personaggi. "A Mask, the Colour of the Sky" è letteratura di resistenza, che cerca le dinamiche identitarie che si sviluppano durante un'occupazione, e tocca questioni spinose come il revisionismo storico e la rivendicazione della terra, attraverso la forzata cancellazione della memoria palestinese.

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