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Immagine del redattoreElisabetta Petrolati

Pompei - Al Mann: mostra "Documentare gli scavi"


Elisabetta Pamela Petrolati (Assadakah News) - È aperta al pubblico, fino al 31 gennaio 2025, la mostra “Documentare gli scavi: Pompei nelle imprese editoriali del Regno 1740-1850” nella Sala del Plastico di Pompei al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

La mostra è nata per rispondere ad alcuni quesiti relativi al processo di documentazione delle scoperte archeologiche nelle città vesuviane nel primo secolo dopo la scoperta.

Perché le pitture venivano asportate? Quando è nata, invece, l’idea di lasciare sul luogo gli affreschi? Quali rischi sono stati affrontati? Questa ampia attività è cristallizzata nelle numerose pubblicazioni ufficiali commissionate da diversi regnanti di Napoli.

“Valorizzare le fonti che raccontano la straordinaria epoca delle grandi scoperte nelle città vesuviane - ha commentato il direttore Generale Musei, professor Massimo Osanna, - significa offrire al pubblico un viaggio nella storia dell’archeologia e delle metodologie di scavo e ricerca. La mostra offre così una visuale inedita, rivolta da un lato ai grandi ritrovamenti del passato, dall’altro alla prospettiva presente di un Museo che, oltre a favorire la fruizione del proprio patrimonio, continua a renderlo vivo attraverso lo studio e la ricerca”.


Nella mostra sono apprezzabili ventisei opere provenienti dai fondi del Mann: Biblioteca, Archivio Storico, Archivio Disegni e Stampe e raccolta dei Rami della Stamperia Reale che custodiscono un patrimonio straordinario che permette di approfondire pagine di storie ancora tutte da raccontare. Ii pubblico che raccoglierà questa grande opportunità, potrà ammirare anche  la copia di Rami Inediti appartenuta a Carolina Murat, alcune gouaches di Francesco Morelli e rare veline di Giuseppe Marsigli.

Un percorso di grande interesse a carattere storico e documentaristico, adatto a qualsiasi tipo di pubblico, gli straordinari capolavori della collezione potranno essere inseriti, conoscitivamente, in un più ampio quadro che ne racconta la scoperta, la musealizzazione e la pubblicazione.

La mostra e il percorso dialogico sono curati da Domenico Pino (PHD, University College, Londra) con la supervisione di Andrea Milanese.

Da evidenziare che al centro della sala è collocata l’installazione permanente del grande plastico di Pompei, realizzato tra il 1861 e il 1879; esso dialoga con la mostra temporanea: costituisce un messaggio di volontà documentale e narrativa di un passato raccontato in varie e diverse modalità comunicative.

 

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