Redazione Assadakah – Un anno fa, le truppe del presidente azero Ilham Aliyev hanno attaccato il pacifico Artsakh e la comunità armena. Il 9 novembre, la Russia ha imposto un cessate il fuoco e schierato un contingente di peacekeeping. Da allora sembra che Aliyev sia soddisfatto della sistemazione geopolitica, anche se la questione non sembra certo chiusa.
Salvo piccoli incidenti al confine, l'accordo funziona perché garantisce una certa stabilità. Rimangono ovviamente dei problemi da risolvere. Intanto, e stime dei danni alle infrastrutture ammontano a circa 1,5 miliardi di dollari.
Pare che, nella conveniente ricostruzione, un ruolo sia stato riservato anche all’Italia, vergognosamente mendicato da alcuni parlamentari. Ci sono già numerose aziende italiane coinvolte in diversi settori, dall'energia all'agricoltura alla creazione di un locale museo della memoria. Dopo la Turchia, il Paese più implicato nella ricostruzione è l'Italia.
I prezzi del gas sono alle stelle in Europa e senza il Trans Adriatic Pipeline avremmo assistito a un incremento ancora maggiore in Italia. Quali sono le prospettive del gasdotto? Al momento rimane da ultimare l'ultima tratta del gasdotto transadriatico, attraverso il quale l'Italia già riceve gas dall'Azerbaijan e recentemente sono stati localizzati nuovi giacimenti in fondo al Mare Caspio.
A latere di tutto ciò, il nome del presidente dell’Azerbaijan è fra quelli maggiormente coinvolti nello scandalo Pandora Papers. Risulta infatti che tra il 2006 e il 2017 la famiglia e i collaboratori di Aliyev hanno segretamente acquistato 27 beni immobiliari nel Regno Unito per 389 milioni di sterline tramite società offshore. E siamo solo all’inizio…
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