Assadakah Roma News - Zainab al-Qolaq, giovane palestinese, racconta attraverso la pittura la storia dei 22 membri della sua famiglia uccisi nella guerra di Gaza, come quella di molte altre famiglie, con lo scopo di mantenerne viva la memoria, per sensibilizzare il mondo sulla ultradecennale, e non risolta, occupazione israeliana dei territori palestinesi.
Zainah è sopravvissuta alla distruzione della propria casa, all’uccisione di diversi membri della famiglia, ai bombardamenti del drammatico maggio 2021, e oggi racconta quei giorni su nove dipinti, che ha portato all’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani (Euro-Med Human Rights Monitor) a Gaza, in una mostra di due giorni.
Nove immagini che Zainah ha prodotto dopo la guerra del 2021, quando la sua casa è stata bombardata. E’ rimasta sepolta sotto le macerie per 12 ore, alla fine è stata salvata solo per scoprire che 22 persone della sua famiglia erano rimaste uccise.
Nove quadri che descrivono come abbia perso la gioia di vivere dopo la guerra. I suoi dipinti sono tetri e spaventosi, come quello che mostra due file di persone ricoperte da drappi funerari bianchi, è una rappresentazione della sua famiglia, oppure quello che raffigura un fantasma in veste nera.
Un altro ricrea una foto dei familiari, scattata durante la festa di laurea di suo fratello maggiore. Ha dipinto la stessa foto, ma con abiti indefiniti per i membri della famiglia che sono morti. Dipinge solo i volti dei sopravvissuti: uno dei suoi fratelli e suo padre.
Una famiglia di sette persone, Zainab, i suoi genitori e i suoi quattro fratelli stavano aspettando felicemente la sua laurea per festeggiare. Era una studentessa laureanda nel dipartimento di letteratura inglese dell’Università islamica di Gaza. Suo fratello maggiore si era laureato un anno prima della guerra e lei era la prossima. La famiglia si preparava a festeggiare.
Nonostante le perdite vissute, Zainab ha continuato il suo percorso per rendere orgogliosa la sua famiglia. Ha superato gli esami dopo la guerra e si è laureata con successo. Voleva condividere la gioia con la sua famiglia per avercela fatta. Andò al cimitero per festeggiare la sua laurea in famiglia.
“Sono sopravvissuta per raccontare la storia dell’aggressione israeliana al mio quartiere e alla mia famiglia. Racconto la mia storia attraverso la pittura perché è un linguaggio universale che tutti capiscono. Spero che la mia storia sarà condivisa ampiamente e a livello internazionale per mostrare la realtà dell’aggressione israeliana contro di noi”.
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