Elisabetta Pamela Petrolati - (Assadakah News) A pochi giorni dalla celebrazione del Santo Natale per i cristiani di tutto il mondo, risuonano ancora forti le parole espresse durante la Messa della notte di Natale, nella chiesa della Sacra Famiglia, dal patriarca della Chiesa dei Latini, cardinale Pierbattista Pizzaballa. Celebrazione non scontata, visto che Papa Francesco è dovuto entrare in polemica con l’Ambasciata Israeliana accreditata presso la Santa Sede che voleva impedire a Pizzaballa di entrare a Gaza. “La potenza dell’amore di Dio ci chiede di non avere paura delle potenze di questo mondo, ma di perseverare nel cammino della giustizia e della pace” ha affermato Pizzaballa, durante la sua omelia, invitando i fedeli a credere con fiducia poiché anche se i cristiani in Medio Oriente non hanno molta influenza negli scenari dove si giocano i grandi interessi economici e politici, tuttavia a essi è rivolto il messaggio di speranza del Natale.
Parole destinate a sostenere un popolo che è allo stremo e che ha trascorso un Natale più doloroso e insanguinato che mai. Bollettino del 26 dicembre: almeno quattro bambini morti di freddo; cinque giornalisti della TV palestinese Al Quds uccisi intenzionalmente da un missile israeliano; cinquanta le vittime dell’attacco israeliano nei pressi dell’ospedale Kamal Adwan, a nord di Gaza; almeno altre quindici persone uccise (tra cui donne e bambini) e decine di feriti a causa degli attacchi aerei israeliani sulla Striscia di Gaza che hanno mirato a due case residenziali nei suoi distretti settentrionale e meridionale. Queste azioni costituiscono un evidente progetto di uccisioni mirate ai civili nel perseguimento dell’intenzione genocidaria.
In questo scenario che si palesa costantemente sotto gli occhi di tutti è evidente come la comunità Internazionale rimanga nel ruolo di indifferente spettatore, inducendo anche l’opinione pubblica a una sorta di assuefazione alla tragedia umanitaria e al dispiegarsi di una furia omicida fuori controllo e fuori da ogni regolamentazione internazionale di condotta di guerra. Ma, del resto, è da considerarsi improprio il parlare di guerra nel caso del conflitto israelo-palestinese, dove esiste un aggressore e un usurpatore che trasgredisce a tutte le norme internazionali ed è avallato dalle superpotenze.
Pertanto la voce che risuona dal Vaticano è estremamente importante nel contesto di questo silenzio assordante. Pizzaballa ha ricordato che a essere fuori contesto in queste feste natalizie e nell’Anno Giubilare appena aperto non è l’annuncio della Buona Novella , il canto di gioia del Salvatore, bensì lo sono “i rumori della guerra e la vuota retorica dei potenti! Quel canto non è troppo debole ma risuona con forza dentro le lacrime di chi soffre”. Il cardinale ha inoltre rivolto un pensiero particolare ai “fratelli di Gaza”, testimoni di forza e pace. “Non siete soli - ha affermato Pizzaballa - davvero voi siete un segno visibile di speranza in mezzo al disastro della totale distruzione che vi circonda. Ma voi non siete distrutti, siete ancora uniti, saldi nella speranza”.
Possenti le parole del Pontefice nel suo tradizionale discorso Urbi et Orbi pronunciato dalla Loggia Centrale della basilica di San Pietro, nel cuore di Roma. Parole indirizzate a tutti i fedeli del mondo e che risuonano come un monito per tutti gli esseri umani “Tacciano le armi!” Un messaggio e una preghiera ai potenti del mondo per la risoluzione di tutti i conflitti che insanguinano il nostro pianeta.
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