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Palestina - La Nakba continua

Assadakah News Agency - L’Ambasciata di Palestina in Italia rende noto che anche quest’anno, il popolo palestinese e i suoi amici in tutto il mondo hanno voluto ricordare la Naksa, la “Ricaduta” del 5 giugno 1967, quando Israele sferrò un attacco militare occupando terre palestinesi e arabe che, nel caso della Cisgiordania, di Gerusalemme Est, di Gaza e delle Alture del Golan siriano, restano ancora sotto occupazione israeliana con tutto ciò che ne consegue: dalle demolizioni e i trasferimenti forzati della popolazione agli insediamenti coloniali, fino a quella che è diventata una vera e propria pulizia etnica.

L'anniversario della Nakba coincide quest'anno con un'escalation di crimini, attacchi e violazioni sistematiche, messe in campo dall'occupazione israeliana attraverso la pratica del terrorismo di Stato e dei crimini contro l'umanità, che comprendono attacchi brutali contro il popolo palestinese, la sua terra e i suoi luoghi sacri, ed in particolare politiche volte a giudaizzare la città di Gerusalemme Est e a modificarne il carattere geo-demografico, alterando lo status storico e giuridico della Moschea di Al-Aqsa in flagrante violazione dei principi del diritto internazionale, della Carta della Nazioni Unite e delle relative risoluzioni ONU. Ciò è stato recentemente confermato dalle migliaia di forze di occupazione israeliane dispiegate il 18 maggio dentro e intorno a Gerusalemme Est Occupata, per garantire lo svolgimento dell’annuale Marcia delle Bandiere, che le associazioni degli insediamenti illegali organizzano con chiaro intento provocatorio per festeggiare l'occupazione della Città Santa nel giugno del 1967.

Rendendo un sentito tributo al popolo palestinese, che ha risposto alle bandiere israeliane con una valanga di bandiere palestinesi issate in tutti i Territori Occupati, e riaffermando il proprio sostegno alla giusta lotta di questo popolo oppresso nelle diverse forme che prende a difesa della sua terra e dei suoi luoghi santi, l'Organizzazione per la Cooperazione Islamica (OIC) ha affermato che i crimini israeliani sono imprescrittibili e che una politica che mira a creare situazioni di fatto non otterrà mai alcuna legittimità, né indebolirà la determinazione dei palestinesi per soddisfare le proprie aspirazioni e ottenere i propri sacrosanti diritti. Per questo, l'OIC ha ribadito il dovere della comunità internazionale di correggere l’ingiustizia storica imposta al popolo palestinese, ponendo fine all'occupazione coloniale israeliana e rispettando le risoluzioni delle Nazioni Unite, in modo tale da consentire al popolo palestinese di godere dei suoi diritti legittimi - come il diritto al ritorno, il diritto all'autodeterminazione e il diritto alla realizzazione di uno Stato indipendente sui confini del 4 giugno 1967 con capitale Gerusalemme Est - tutti sanciti dalle rispettive risoluzioni ONU.

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