Roberto Roggero - Il “dinamismo politico”, e ancor più quello tipicamente italiano, si è sempre retto sulla suprema arte del compromesso, del teatro caratteristico del Giano bifronte, in una parola: dell’ipocrisia, per altro sempre più evidente e manifesta, soprattutto in sede ONU, con l’astensione al voto sulla proposta di riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina come membro delle Nazioni Unite. Una caratteristica diffusa specialmente nell’Unione Europea, visto che nel resto del mondo la Palestina è in massima parte riconosciuta.
Oltre un quarto di secolo di politica che funziona su diversi pesi e diverse misure, da quando l’UE si è dichiarata pronta a riconoscere lo Stato di Palestina, benché in realtà siano solo nove su 27 i Paesi dell’Unione ad avere ufficializzato il riconoscimento, per altro in maggior parte prima dell’entrata nella stessa UE, e quindi cosa fatta capo ha.
La posizione ufficiale a livello europeo, ribadita anche durante il vertice dei capi di Stato e di governo dell'ottobre 2023, supporta il processo di pace e la Soluzione a due Stati.
A livello mondiale, lo Stato di Palestina è riconosciuto da 139 Paesi, circa il 70% dei membri delle Nazioni Unite: quasi tutta l'Asia, l'Africa e l'America Latina. Fra i Paesi che non lo fanno, e che tuttavia hanno relazioni diplomatiche con l'Autorità Nazionale Palestinese, ci sono (oltre all’Italia) USA, Canada, Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda.
La questione, rimasta a lungo in sospeso, è tornata di grande attualità con il conflitto in Medio Oriente e c'è chi accusa i governi europei di incoerenza. Non pochi infatti, continuano a tenere il piede in due scarpe, inneggiando alla pacificazione e, al tempo stesso, commerciando armamenti con Israele. Ne risulta una concreta mancanza di azione risolutiva, e intanto i civili palestinesi continuano a morire sotto le bombe israeliane, oltre alla questione degli insediamenti illegali israeliani in Cisgiordania, che di fatto impediscono la possibilità della nascita di uno Stato palestinese, perché occupano il territorio dove questo Stato dovrebbe essere stabilito.
Dopo l'annuncio di Spagna, Irlanda e Norvegia che hanno deciso di riconoscere lo Stato di Palestina, l'Italia, favorevole alla soluzione a due Stati, comincia a mettere le mani avanti. 'Secondo il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, l'Italia è favorevole alla nascita di uno Stato palestinese che riconosca Israele e sia riconosciuto da Israele,, come proposto dalla Lega Araba, per preparare il terreno alla nascita di uno Stato palestinese con amministrazione ONU, anche con una presenza militare e siamo pronti a inviare militari italiani.
Sempre in prima linea, l'ambasciatrice di Palestina in Italia, S.E. Abeer Odeh, commenta: "Dopo la decisione di Spagna, Irlanda e Norvegia che rappresenta un'ottima iniziativa che apprezziamo enormemente, ci aspettiamo si muovano gli altri Paesi europei, compresa l'Italia, che pur continuando a sostenere la soluzione a due Stati', non hanno ancora fatto questo passo decisivo affinché questa soluzione si realizzi".
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