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Palestina - Assopace denuncia limitazione libertà movimento

Luisa Morgantini con Fatima, una donna palestinese esempio della resistenza popolare palestinese non violenta
Luisa Morgantini con Fatima, una donna palestinese esempio della resistenza popolare palestinese non violenta

Patrizia Boi (Assadakah News) - Assopace Palestina ha espresso sollievo per la liberazione della sua presidente, Luisa Morgantini, e del giornalista del Sole 24 Ore, Roberto Bongiorni, fermati dall'esercito israeliano nei territori occupati. Tuttavia, l'associazione denuncia con fermezza la gravità di quanto accaduto, definendo il fermo di Morgantini e di altre tre persone un atto di repressione e limitazione della libertà di movimento e informazione.


Secondo Assopace Palestina, il sequestro degli effetti personali e il fermo arbitrario dei quattro rappresentano un esempio delle politiche di oppressione messe in atto dal governo israeliano, specialmente dopo il 7 ottobre 2023, con un aumento della militarizzazione nei territori palestinesi occupati.


L'organizzazione sottolinea che tali azioni intimidatorie sono parte di una strategia più ampia volta a reprimere il dissenso e a ostacolare il lavoro degli osservatori per i diritti umani, degli attivisti pacifisti e dei giornalisti impegnati a documentare la situazione.


Assopace Palestina chiede con urgenza il rilascio dell'ultima persona ancora detenuta, evidenziando come la sua unica "colpa" sia quella di essere un palestinese nato e cresciuto sotto occupazione militare. Inoltre, sollecita il governo italiano a chiarire con le autorità israeliane le modalità e le motivazioni del fermo, nonché ad acquisire informazioni su eventuali procedimenti legali a carico dei fermati.


L'associazione esorta le istituzioni italiane a garantire la libertà di movimento per gli attivisti dei diritti umani e per la stampa internazionale nei territori palestinesi occupati. Infine, ribadisce la necessità di consentire a tutte le organizzazioni umanitarie, alle Ong e all'Unrwa di operare liberamente nel rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale, affinché la presenza di operatori e giornalisti possa continuare a garantire un'importante testimonianza su quanto accade in quei territori.


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