Assadakah Roma News – Giovani e meno giovani, sono almeno una sessantina le donne palestinesi che gli israeliani hanno ucciso in un solo anno, come confermano anche diverse organizzazioni per i diritti umani, vittime di attacchi diretti o indiretti. E con loro, spesso anche mariti e figli, coinvolti non di rado nella distruzione della propria casa. Una drammaticità quasi quotidiana, come ha reso noto il Centro Diritti Umani “Al Mezan” in occasione della Giornata Internazionale della Donna, in attività nella Striscia di Gaza.
Dall’8 marzo 2021 all’8 marzo 2022, le aggressioni israeliane hanno causato la morte di 38 donne e 22 giovani ragazze nella sola Gaza e, di queste quattro vittime di proiettili di artiglieria e 56 a causa di attacchi aerei. Altre circa 400, fra le quali 250 giovanissime, sono rimaste ferite più o meno gravemente, mentre le autorità di occupazione continuano a negare cure mediche e materiali sanitari per almeno 70 donne e 45 ragazze.
L’organizzazione “Al Mezan” riferisce inoltre che, negli 11 giorni di guerra del maggio 2021, almeno cento donne hanno perso il proprio marito e sono state distrutte oltre 740 abitazioni.
Posto che la guerra in Ucraina è una situazione di grave emergenza, non lo è certo di meno quella dei palestinesi di Gaza e della Gisgiordania sotto occupazione militare israeliana, e tuttavia la comunità internazionale continua a ignorare la situazione, soprattutto dei bambini, le prime vittime della violenza del regime di occupazione israeliano. Le brutalità di Israele continuano a lasciare un gran numero di palestinesi morti, feriti e detenuti sia a Gaza che altrove nel territorio palestinese occupato.
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