top of page
rroggero5

Paesi arabi e fonti energetiche

Assadakah News - Il ministero algerino della Transizione energetica e delle energie rinnovabili ha lanciato la tanto attesa gara per la realizzazione del progetto "Solar 1000 MW", che consiste nella realizzazione di impianti fotovoltaici per la produzione di 1000 MW di energia elettrica da energia solare. Il bando è aperto a investitori nazionali e internazionali, prevedendo la costituzione di Società di Progetto (SPV) incaricate della realizzazione di un progetto solare fotovoltaico con capacità complessiva di 1000 MWp distribuiti sul territorio nazionale algerino in lotti da 50 a 300 MWp ciascuno. I siti destinati alla realizzazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili saranno messi a disposizione delle società di progetto, dalla Società algerina delle energie rinnovabili, denominata Shaems.Gli investitori interessati possono presentare le proprie offerte entro il 30 aprile 2022.



La ripresa e la crescita delle attività economiche hanno portato in alto anche i consumi di gas naturale, con un notevole distacco rispetto al 2020, ma anche rispetto ai consumi maggiori degli ultimi dieci anni. È quanto emerge da Staffetta Gas, l'analisi mensile su domanda e offerta proposto dalla Staffetta Quotidiana con elaborazioni sui dati di Snam Rete Gas e del Ministero dello Sviluppo economico. Nel 2021, si legge nel report, nei gasdotti italiani sono transitati volumi superiori del 7,8% rispetto al 2020 e del 7,2% rispetto alla media degli ultimi dieci anni (dal 2011 al 2020), con il termoelettrico a fare da traino nel mese di dicembre (+11,3%) e il civile sull'intero anno (+8,1%). Rispetto al 2020 tutti mesi dell'anno, ad eccezione di luglio e agosto, segnano valori positivi, con aprile, maggio e marzo che crescono rispettivamente del 43,3%, del 15% e del 14,5%.

Nell'anno appena concluso, secondo le elaborazioni della Staffetta Quotidiana sui dati di Snam Rete Gas, l'Italia ha consumato poco più di 76,2 miliardi di metri cubi, 5,5 miliardi in più rispetto al 2021, un valore mai superato nell'ultimo decennio che si colloca a quasi 1,2 miliardi in meno dei 77,4 del 2011, e a poco più di 9,8 dal massimo storico del 2005: 86,1 miliardi di metri cubi.

Guardando al dettaglio della domanda, tutti i settori sono in crescita, con il settore civile, +8,1% a 33.372,9 milioni mc, 2.500 milioni in più rispetto al 2020 (+4,1% sulla media del decennio), pressoché appaiati nell'incremento l'industria, +6,4 sullo scorso anno a 14.057,6 mln di mc, quasi 844 più del 2020 (+4% sul decennio), e il termoelettrico, + 6,1% a 25.979,2 mln di mc, 1.494 più del 2020 (oltre 2.500 mln di mc, ben l'11% in più sul decennio).A dicembre l'aumento è stato del 9,8% sul 2020, poco meno dell'11,1% registrato a novembre, con la domanda totale a 9.685,9 mln di mc, 866,2 in più rispetto a dicembre 2020 (+10,6% nel confronto con la media del decennio). A tirare la volata è stato il termoelettrico, +11,3% a 2.585,6 mln mc (+22,7% sul decennio), seguito dal civile, +8,7% a 5.547,9 mln mc (+5,3% sulla media 2011-2020), e, con minor slancio, dall'industria, con tutta probabilità rallentata dagli alti prezzi, +2,8% a 1.153,8 mln mc ( +2,9% sul decennio).


Passando all'offerta, le importazioni del 2020 sono cresciute ancora una volta più della domanda, con un +8,6% a 71,6 miliardi di metri cubi, quasi 5,7 miliardi in più rispetto al 2020 (+9,6% rispetto alla media 2011-2020), in flessione rispetto allo scorso anno le erogazioni nette dagli stoccaggi. In particolare, nel primo bimestre della stagione delle erogazioni (novembre-dicembre) queste sono aumentate del 9,9% arrivando a 4.074,5 mln mc, 444,3 mln mc in meno del corrispondente periodo del 2020 (ma +17,4% sulla media del decennio). Al 31 dicembre il tasso di riempimento complessivo si è attestato poco al disopra del 77,4% - solo l'1,2% in meno dell'inizio del mese, a fronte del 74,6% del 2020 (nel 2019 eravamo vicini all'80%) - con i volumi totali poco sopra i 14,47 mld di mc (inclusi i 4,62 di stoccaggio strategico).

L'analisi evidenzia anche un nuovo record negativo per la produzione nazionale. Se nel 2020, per la prima volta, si era scesi sotto 4 mld mc estratti nell'anno, nel 2021 si è sfiorata quota 3 miliardi, con un totale di 3.126,9 milioni di metri cubi -18,7%, poco meno di 720 mln mc meno del 2020 e ben il 49% rispetto alla media del periodo 2011-2020 con una flessione prossima a 3 miliardi di mc.

Scomponendo il mix per provenienza/tecnologia, il Gnl flette del 22% a 9,7 miliardi, contro i quasi 2,6 mld mc del 2020, diminuendo significativamente anche il contributo alla copertura dei consumi nazionali (12,8% contro i 17,8% dello scorso anno e il 18,5% del 2019). Pressoché azzerati da ottobre i volumi dei terminali di Panigaglia e a largo di Livorno che segnano flessioni sull'anno intorno al 57%, in crescita Porto Viro del 20% rispetto al 2020 e del 7% nel solo mese di dicembre.

Tra le importazioni via tubo la Staffetta evidenzia come siano in crescita i flussi dall'Algeria con oltre il 76%, ben 9,1 miliardi di mc in più sul 2020, nonostante la flessione del 5,4% del mese di dicembre; quasi invariati, invece, i flussi annuali dalla Russia (-0,4% a 28,1 mld mc), che segna un dicembre in crescita del 2,6% e resta di gran lunga la nostra prima fonte di approvvigionamento con quasi 28,2 miliardi di mc arrivati nel 2021 (in linea con la media del decennio 2011-20). Chiudono in notevole flessione i volumi in arrivo dal Nord Europa, -75,7%, quasi 6,5 mld mc in meno rispetto al 2020 (-77,1% sul decennio), nonostante il recupero visto a partire da ottobre, con dicembre che addirittura segna un +733%. Decrescenti anche i flussi in arrivo dalla Libia, - 27,6% (-38,1% sul decennio), con 3,2 miliardi di mc arrivati nell'anno. Quasi provvidenziale quindi l'arrivo del gas azero, tramite il Tap, i cui primi metri cubi sono arrivati tra il 30 e il 31 d icembre 2020 e sono andati in crescendo durante il 2021: oltre 2,6 miliardi nel primo semestre, 4,5 nel secondo per un totale di oltre 7,1 mld di metri cubi.

L’italiana Eni ha ottenuto un altro permesso per l'esplorazione e lo sfruttamento di petrolio e gas in Egitto. Secondo quanto annunciato da Tarek El Molla, ministro del Petrolio e delle risorse minerarie, il dicastero ha assegnato alle compagnie Eni, Bp, Apex International, Energy Egypt, Ena Nafta, Siptrol e United Energy un totale di otto aree (due nel Mediterraneo, quattro nel Deserto occidentale e due nel Golfo di Suez) nell'ambito della prima offerta globale digitale precedentemente annunciata da Egyptian General Petroleum Corporation (Egpc) e la Egyptian Natural Gas Holding Company (Egas) attraverso il portale web Egypt Exploration and Production Gateway. Secondo un comunicato stampa del ministero, le aree in questione hanno una superficie totale di circa 12,3 mila chilometri quadrati. E' previsto un investimento minimo stimato in circa 250 milioni di dollari, oltre alla perforazione di almeno 33 pozzi.

L'Arabia Saudita intende rendere il settore minerario una destinazione piu' attraente per gli investimenti esteri. Nell'ambito delle misure intraprese dal Regno per ridurre la dipendenza dai prodotti petroliferi nell'economia, infatti, il governo ha prestato sempre piu' attenzione negli ultimi anni al settore minerario. Secondo il quotidiano "Al Ain", il ministro saudita dell'Industria e delle risorse minerarie, Bandar bin Ibrahim Al Khorayef, ha inaugurato l'iniziativa "Accelerated Exploration", annunciando il lancio della prima licenza di esplorazione mineraria presso il sito di Al Khunayqiyah nel governatorato di Al Quwaiiyah, a Riad, in linea con gli obiettivi del programma Vision 2030 e e dello sviluppo industriale e servizi logistici "Ndaleb". L'obiettivo e' sfruttare le opportunita' del settore minerario per renderlo il terzo pilastro dell'industria nazionale.

Kommentare


bottom of page