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ONU – “Stop al blocco israeliano alla Striscia di Gaza”

Assadakah Beirut - Le Nazioni Unite (ONU) affermano di aver invitato Israele a porre fine al blocco disumano che ha imposto alla Striscia di Gaza per 15 anni.

In una conferenza stampa organizzata martedì in occasione del 15° anniversario dell’inizio di questo assedio, Stéphane Dujarric, portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite, ha denunciato che, da più di 15 anni, l’enclave costiera è sotto blocco che ha causato povertà, carenza di cibo e medicine, alti tassi di disoccupazione e altre difficoltà ai suoi abitanti. Il portavoce ha affermato che più della metà dei residenti di Gaza vive in povertà e quasi l’80 per cento dei giovani della regione sono disoccupati.

Dujarric ha evidenziato che quest’anno le organizzazioni umanitarie delle Nazioni Unite hanno bisogno di 510 milioni di dollari per fornire cibo, acqua e servizi sanitari a 1,6 milioni di abitanti di Gaza, ma sono riuscite a raccogliere solo il 25% di tale importo.

A questo proposito, ha sottolineato che il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (WFP) richiede ulteriori 72 milioni di dollari in aiuti per soddisfare i bisogni di 1,1 milioni di rifugiati palestinesi fino alla fine dell’anno in corso. Il funzionario ha aggiunto che il WFP ha bisogno anche di altri 35 milioni di dollari per compensare l’aumento dei prezzi delle materie prime.

Secondo il portavoce delle Nazioni Unite, dovrebbero essere presi ulteriori provvedimenti per revocare completamente il blocco di Israele in conformità con la risoluzione 1860 del Consiglio di sicurezza, approvata nel 2009, al fine di ridurre il deterioramento della situazione umanitaria a Gaza. Dujarric ha affermato che solo soluzioni politiche durature possono ridurre la pressione sulla popolazione della zona.

La Palestina denuncia: Israele blocca la spedizione di attrezzature mediche a Gaza La Striscia di Gaza ha subito un assedio disumano imposto da Israele dal 2007. Questo blocco limita gravemente l’importazione di merci e prodotti, oltre a impedire agli agricoltori e ai pescatori di svolgere il proprio lavoro. Molti agricoltori non possono coltivare quanto necessario a causa della mancanza di materiale e della carenza di acqua ed elettricità. Questa situazione ha causato grandi perdite economiche all’enclave costiera e crisi alimentare. E' evidente la complicità di alcuni Paesi occidentali, dove i governi sono sostanzialmente complici del blocco alla striscia di Gaza che è stato attuato da Israele da molti anni nella totale indifferenza dei governi e dei media occidentali. Sono gli stessi governi che si riempiono la bocca di diritti umani e pontificano sulla necessità di tutelare i diritti umani nei Paesi considerati “autocratici”. Gaza è l’esempio più chiaro (ma non il solo) della ipocrisia occidentale.

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