Oman - "Tracce" alla Biennale di Architettura di Venezia 2025
- Patrizia Boi
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Patrizia Boi (Assadakah News) - Il Sultanato dell'Oman si appresta a fare il suo ingresso inaugurale alla 19ª Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, che si terrà dal 10 maggio al 23 novembre 2025, con il padiglione intitolato "Tracce". Il commissario del padiglione è Sua Eccellenza Sayyid Saeed bin Sultan bin Yarub Al Busaidi, Sottosegretario del Ministero della Cultura, dello Sport e della Gioventù per la Cultura. La curatrice è Majeda Alhinai, affiancata dagli espositori Jalila Almamari, Abdullah Alrashdi, William Virgil, Ben Elmer e Ian Fennimore.
Il tema generale della Biennale 2025 è "Integrating Human and Artificial Intelligence Technologies in Architecture", un contesto stimolante all'interno del quale l'Oman presenterà la sua peculiare prospettiva curata dall'architetta omanita Majeda Alhinai. Il concept del padiglione "Tracce" ruota attorno all'idea di Sablah, uno spazio comunitario tradizionale omanita che da secoli funge da luogo di incontro, dialogo e ospitalità.

La Sablah è un elemento architettonico e sociale profondamente radicato nella cultura tradizionale dell'Oman. Possiamo descriverla come Spazio Fisico, tradizionalmente uno spazio aperto o semi-aperto, spesso situato nel cuore di un villaggio, di un quartiere o all'esterno di una casa importante. Non ha una forma unica e definita, ma può variare a seconda della regione e dello scopo specifico. Solitamente costruita con materiali locali e naturali come pietra, argilla, legno di palma e fronde, allo scopo di contribuire alla sua integrazione con l'ambiente circostante e al mantenimento di una temperatura confortevole.
Può essere una piazzola pavimentata, un'area ombreggiata da tettoie di palma, o uno spazio delimitato da muretti bassi o panchine. Spesso presenta degli elementi di seduta fissi o mobili per accogliere le persone. Ma la funzione primaria della Sablah è quella di essere un punto di ritrovo comunitario. È un luogo dove gli abitanti del villaggio o del quartiere si incontrano regolarmente per socializzare, scambiarsi notizie, chiacchierare e rafforzare i legami sociali. La Sablah svolge un ruolo cruciale nell'ospitalità tradizionale omanita. È spesso il luogo designato per accogliere gli ospiti, offrire loro riposo, cibo e bevande, e intrattenere conversazioni. La generosità e l'accoglienza sono valori fondamentali nella cultura omanita, e la Sablah ne è un'espressione spaziale.

Tradizionalmente, la Sablah era anche un luogo per la discussione di questioni importanti per la comunità. Potevano tenersi assemblee informali, scambi di opinioni su affari locali, risoluzione di dispute e persino processi decisionali comunitari. La Sablah può anche ospitare eventi comunitari, celebrazioni religiose, feste e altre occasioni speciali. La sua natura flessibile e aperta la rende adatta a diverse attività collettive. Essendo un luogo di incontro intergenerazionale, la Sablah svolgeva un ruolo importante nella trasmissione di storie, tradizioni, usanze e conoscenze tra gli anziani e i giovani della comunità.
Il Padiglione "Tracce" reinterpreta il concetto di Sablah in chiave contemporanea. L'obiettivo è esplorare come i principi di comunità, dialogo, ospitalità e connessione sociale, incarnati dalla Sablah tradizionale, possano ispirare la creazione di spazi architettonici adattabili, resilienti e inclusivi nel mondo di oggi.
Si tratta di un’installazione collettiva a cinque “voci”, coordinate dall’architetta Majeda Alhinai, un progetto che mira a farsi ponte culturale fra tradizione e modernità, e, prendendo le mosse dal Sablah, intende enfatizzare il ruolo che il dialogo e la coesione sociale rivestono nel plasmare lo spazio edificato. Il Padiglione dell’Oman rappresenta pertanto un’installazione interattiva da vivere in comunità, una sorta di piattaforma per il dialogo intergenerazionale, che ha lo scopo di riunire i cittadini per rafforzare le tradizioni culturali comuni. Piuttosto che una costruzione tangibile, vuole rappresentare una metafora dell’identità omanita, incentrata sui valori condivisi dalla comunità e sulla tradizionale saggezza di un popolo di mediatori. Lo spazio costruito deve farsi mediazione tra la raffinatezza e la bellezza che il pennello dell'architetto può imprimere all'idea, la sensibilità ambientale, la sostenibilità e l'utilizzo delle moderne tecnologie, con armonia ed equilibrio, senza sbilanciamenti che possano turbare il tessuto sociale della comunità.
Commissario: Sayyid Saeed bin Sultan bin Yarub Al Busaidi

Sua Eccellenza Sayyid Saeed bin Sultan bin Yarub Al Busaidi ricopre il ruolo di Sottosegretario del Ministero della Cultura, dello Sport e della Gioventù per la Cultura. Ha rappresentato l'Oman in vari eventi culturali internazionali, sottolineando l'importanza della cultura e delle arti nel promuovere il dialogo interculturale. In una sua dichiarazione, Sua Eccellenza ha sottolineato l'importanza di questa partecipazione per il paese:
«La partecipazione del Sultanato dell'Oman alla Biennale di Architettura di Venezia sottolinea la misura in cui il Ministero della Cultura, dello Sport e della Gioventù è desideroso di rafforzare la presenza culturale dell'Oman all'estero, stabilire relazioni culturali internazionali e consolidare la diplomazia culturale, che costituisce uno dei pilastri di Oman Vision 2040».
Sua Eccellenza ha inoltre evidenziato come questa iniziativa miri a promuovere il ruolo dell'Oman come destinazione culturale globale di primo piano e le sue iniziative volte a costruire ponti di comunicazione tra i diversi popoli del mondo, citando a tal proposito l'ospitalità della cerimonia di premiazione dell'Aga Khan Award for Architecture nel 2022.
Curatrice: Majeda Alhinai

Majeda Alhinai è un'architetta con una formazione internazionale. Ha conseguito la Laurea in Architettura presso l'Università di Nottingham (Regno Unito) e un Master of Science in Teoria e Pedagogia del Design, nonché un Master in Architettura presso il Southern California Institute of Architecture (SCI-Arc) ottenendo il Graduate Thesis Award per il suo studio sulla profondità delle superfici e le applicazioni della fabbricazione digitale.
Ha insegnato e partecipato come critica ospite in diverse istituzioni accademiche, tra cui SCI-Arc, Ohio State, Syracuse, RPI e Kent State. Il suo lavoro è stato esposto in sedi prestigiose come Hauser & Wirth, l'A+D Museum di Los Angeles e la Biennale di Architettura di Venezia.
Ha lavorato come designer in studi di architettura in Oman, Austria e Los Angeles. Majeda è la co-fondatrice di BRASH Collective, un collettivo di design multidisciplinare motivato dalla cultura contemporanea, dal formalismo e dalla tecnologia.
"Tracce" esplorerà come l'architettura possa farsi portatrice della memoria nel futuro, radicando la conoscenza locale all'interno di una conversazione globale. Il padiglione si interrogherà sui segni, effimeri o duraturi, che l'architettura lascia dietro di sé. L'approccio curatoriale intende mostrare come l'architettura possa preservare il ricco patrimonio culturale dell'Oman evolvendosi al contempo per rispondere alle sfide e alle necessità del mondo contemporaneo, potenzialmente in dialogo con le tematiche dell'intelligenza artificiale e della tecnologia.
Il team di espositori che affiancherà la curatrice Majeda Alhinai è composto da Jalila Almamari (ricercatrice presso la Sultan Qaboos University), Abdullah Alrashdi (professionista del settore), William Virgil (artista, educatore e co-fondatore di BRASH Collective), Ben Elmer (artista) e Ian Fennimore (architetto).
William Virgil

William Virgil è un artista, educatore, cofondatore di Brash Collective e Design Studio, docente di Studi Visivi e Coordinatore di Making+Meaning presso SCI-Arc.
Virgil ha conseguito un Master in Architettura presso SCI-Arc, un Master in Risorse Umane e una Laurea in Architettura presso la Florida International University. Virgil ha partecipato come critico ospite presso la Rensselaer Polytechnic Institute School of Architecture (RPI), Syracuse e Kent State Universities. La sua ricerca opera attraverso un consumo distorto della cultura visiva. Il suo lavoro orientato al dettaglio dà priorità all'alta artigianalità, ossessionandosi nella creazione di dettagli di alto livello nella modellazione computazionale.
L'interesse di Virgil risiede nelle esplorazioni di design formale multidisciplinari tra oggetti ordinari e tecniche di modellazione eccentriche. La raffinatezza digitale gli permette di fare riferimento alla storia dell'architettura e alle nozioni di classe e valore, generando al contempo opere che fungono da portale per la riflessione su nuove forme.
Abdullah Alrashdi: Professionista con esperienza nel settore.

Ben Elmer: Artista con opere presentate su piattaforme come DeviantArt.
Jalila Almamari: Ricercatrice presso la Sultan Qaboos University, con un Master of Arts.
Ian Fennimore: Architetto con un portfolio di lavori disponibili sul suo sito personale.
Dettagli sul Padiglione "Tracce"
Tracce, esplora come l'architettura porti la memoria nel futuro, mettendo alla base la conoscenza locale all'interno di una conversazione globale.
«Alcune tracce sono fugaci, altre durano per sempre. Quali segni lascerai dietro di te?»
Questo maggio, l'Oman fa il suo debutto alla 19ª Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia.

La partecipazione dell'Oman alla Biennale di Architettura di Venezia 2025 rappresenta un'opportunità significativa per il paese di presentare la propria identità architettonica, la ricchezza della sua cultura urbana e il suo impegno verso l'innovazione nel design, aprendo un dialogo costruttivo con la comunità architettonica internazionale.
Il padiglione "Tracce" sarà visitabile dal pubblico dal 10 maggio al 23 novembre 2025 presso la sede della Biennale di Venezia.
Contatti e Social Media: https://www.instagram.com/omanpavilion/reel/DIB5EgUN6Mj/ https://x.com/omanpavilion
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