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Oman – Storia, profumi e misteri dagli albori della civiltà

Assadakah – Il Sultanato dell’Oman è una terra ancora tutta da scoprire. A una ventina di chilometri a nord di Sour, sul lungomare, si estende una pianura coperta di detriti. Sono le rovine di Qalhat, città prospera nel XIII secolo, che in seguito fu distrutta da un terremoto. Di ritorno dalla Cina, Marco Polo vi ha fatto scalo mentre costeggiava in nave la penisola arabica. Nel suo libro, Il Milione, cita la città di Qalhat e la descrive come punto nevralgico degli scambi commerciali dell'epoca. Colpita da un sisma alla fine del XV secolo, Qalhat è stata saccheggiata dai portoghesi poco dopo. Oggi resta in piedi solo un monumento, il santuario Bidi Maryam, che faceva parte di una moschea consacrata a questa santa dell'Islam.

Che dire poi delle fortezze dell’Oman? Costruite in tutto il paese, dallo stretto di Ormuz fino a Dhofar, le fortezze omanesi costituiscono una affascinante testimonianza della storia. Oggetto di un vasto programma di restauro, la maggior parte è aperta al pubblico. Dall'alto delle loro cime dentellate, si scopre una vista panoramica illimitata sui dintorni (montagne, palme o pianure desertiche). Un tempo residenza del wali (capo che governava una porzione di territorio chiamata wilayat), le fortezze hanno conservato i loro arredamenti del XVI o del XVII secolo. Si può vedere quindi la sala di ricevimento, la camera del wali, l'appartamento delle mogli. Da visitare anche: le celle in cui venivano gettati i prigionieri e i passaggi segreti che permettevano di sfuggire agli inseguitori, in caso d'invasione della fortezza.

Anche Balid, passaggio fondamentale nella Via dell'Incenso, è un luogo storico nella città di Salalah, vicino a una laguna in cui si possono vedere gru e aironi grigi tra l'erba alta. Dal tumulo di rovine sono venuti alla luce i resti di una moschea e di un palazzo che furono costruiti tra il XII e il XVI secolo. Lo studio di testi arabi dell'epoca ha permesso di stabilire che Balid viveva del commercio d'incenso. Anche mercanzie provenienti dall'India e dalla Cina transitavano attraverso i suoi insediamenti portuari. All'ingresso del sito, un museo mostra gli oggetti scoperti nel corso degli scavi e offre spiegazioni sulla Via dell'Incenso, percorso classificato patrimonio mondiale dall'Unesco. Tale percorso comprende quattro tappe: Balid, il wadi Dawkah (valle in cui crescono spontaneamente gli alberi da incenso), Samharam (città costiera che risale al 3.000 a.C.) e Ubar (antico caravanserraglio situato in riva al Rub Al Khali).

Anche se occorrono mediamente quattro ore di strada per recarsi dalla capitale Mascate a Sour, quest'ultima è una meta da non perdere. In primo luogo per il suo ambiente naturale.

L'oceano ricopre le terre basse, formando una laguna che separa il centro di Sour dal villaggio di Al Ayja. La traversata in barca dura pochi minuti. In secondo luogo per la sua architettura. Le case che fiancheggiano il lungomare scintillano per il loro candore e ostentano balconi in legno scolpito. Infine per la sua atmosfera. Il vento del largo porta profumi di sale e di alghe, mentre le capre passeggiano per le strade sabbiose e talvolta restano appollaiate sulla cima di una gradinata, come se fossero in posa davanti all'obiettivo. Una città da visitare preferibilmente nel tardo pomeriggio, quando i raggi del sole tingono di ocra le facciate e le ombre si allungano.

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