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Oman - Il Porto delle Stelle di Sur e la dhow tra le stelle

Immagine del redattore: Patrizia BoiPatrizia Boi
Layali al Porto di Sur che sogna la dhow capace di navigare tra le stelle
Layali al Porto di Sur che sogna la dhow capace di navigare tra le stelle

Rubrica - Oman - Archeologia, Cultura e Tradizioni, Le mille e una Fiaba  - 1 Aprile 2025


Patrizia Boi (Assadakah News) -  C’era una volta, nella magica città di Sur, un antico porto dove si diceva che il mare sussurrasse segreti alle stelle. Tra il profumo del legno intagliato e il canto eterno delle onde, viveva Layali, una giovane apprendista marinaia dai sogni audaci. Layali desiderava costruire una dhow, una barca elegante e fiera, le cui vele triangolari potessero già sfiorare il cielo. Ma non una dhow qualunque: la sua doveva essere in grado di solcare non solo le acque, ma anche le galassie. Gli anziani del villaggio ridevano dei suoi sogni impossibili, ma un giorno il maestro carpentiere, con gli occhi pieni di mistero, le affidò un compito straordinario: creare la dhow capace di navigare tra le stelle.


«Per costruirla, Layali, dovrai trovare il Fiore delle Stelle, un dono antico che realizza un unico desiderio», le disse il maestro con voce grave.


«Il tuo viaggio ti condurrà lungo la leggendaria Via dell’Incenso. Attraverserai deserti senza fine, montagne velate di mistero e, infine, le piantagioni di Salalah durante il Khareef, quando la terra canta sotto la pioggia, perché i monsoni provenienti dall’Oceano Indiano portano piogge leggere e costanti, trasformando il paesaggio desertico in un paradiso verde. Solo lì, tra nebbie e profumi di terra bagnata, troverai il fiore che potrà risvegliare il tuo sogno».


Con il cuore sospeso tra speranza e timore, Layali partì all’alba, quando il cielo e il mare sembravano intrecciarsi.


Il suo primo incontro fu con il maestoso Wahiba Sands, un mare di dune dorate che si muovevano come creature vive al soffio del vento. Ogni passo era una sfida: il caldo opprimente, la sabbia che inghiottiva le orme, e il silenzio, rotto solo dal sussurro del vento che le sembrava mormorare segreti antichi. Qui incontrò un beduino dall’aspetto enigmatico, che le parlò del linguaggio delle stelle.


«Lascia che il cielo guidi il tuo cuore», disse, donandole una lacrima di resina d’incenso, che brillava come una stella nella sua mano.


Superato il deserto, Layali si trovò al cospetto delle montagne del Jebel Akhdar, verdi e austere, come giganti silenziosi. I sentieri erano ripidi e incerti, e ogni passo sembrava sussurrare storie di viaggiatori perduti. Mentre il coraggio cominciava a vacillare, un’aquila dalle piume dorate apparve dal nulla, planando sopra di lei. La seguì fino a una sorgente nascosta, dove l’acqua scorreva limpida come cristallo e il cielo si rifletteva in essa con perfezione.


Bevendo da quella sorgente, Layali ebbe una visione: vide il Fiore delle Stelle, i profumi di Salalah in festa e la dhow che solcava un oceano infinito, tra onde di luce e le costellazioni.


Il viaggio, però, non era ancora finito. Il Khareef l’aspettava, con la sua pioggia magica e i segreti nascosti sotto un manto di verde scintillante. Ma Layali, ora, sapeva che ogni passo, ogni ostacolo, contribuiva a scolpire il suo carattere coraggioso come il vento fa con le dune, rendendola degna del suo sogno impossibile.


Infine, Layali giunse a Salalah, quando la stagione del Khareef avvolgeva la terra con il suo incanto. Le piogge sottili cadevano come un velo di perle, trasformando il paesaggio arido in un regno smeraldino. Le montagne, ricoperte di nebbie danzanti, sembravano respirare, e l’aria, satura del profumo dell’incenso, portava con sé un canto muto, come un richiamo da epoche dimenticate.


Layali si incantò davanti a quella visione, ma nel cuore sentiva il peso del dubbio. Era davvero degna di trovare il Fiore delle Stelle? Il lungo viaggio aveva scalfito la sua fede, e ora, circondata da tanta bellezza, temeva di essere solo una ragazza che rincorreva un sogno impossibile.

 Layali scorse l’albero millenario, imponente come un guardiano del tempo, al centro di una radura nascosta
 Layali scorse l’albero millenario, imponente come un guardiano del tempo, al centro di una radura nascosta

Fu allora che scorse l’albero millenario, imponente come un guardiano del tempo, al centro di una radura nascosta. Il tronco, contorto e antico, sembrava intrecciato con le storie del mondo. Dai suoi rami pendevano gocce d’ambra solidificata, come lacrime di luce. E al centro, tra il verde rigoglioso, brillava il Fiore Magico: una corolla eterea dai petali argentati che sembravano tessuti di luce e rugiada.


Ma quando Layali si avvicinò, l’albero parlò, con una voce che sembrava provenire dalla terra stessa:


«Solo chi comprende il segreto dell’incenso di Dhofar può ricevere il mio dono».


Le parole pesarono come una sentenza. Layali vacillò, il cuore stretto dalla paura di non essere all’altezza. Ma poi ricordò il frammento di resina che il beduino le aveva affidato e tutto ciò che aveva imparato lungo il cammino: l’incenso, con il suo aroma sacro, era più di una merce preziosa. Era il respiro della terra, il simbolo di un legame profondo tra l’uomo e la natura.


Con mani tremanti, posò la resina ai piedi dell’albero e sussurrò con umiltà:


«L’incenso è il dono della terra agli uomini, il ponte tra ciò che è terreno e ciò che è divino. Non dobbiamo prenderlo, ma custodirlo, come segno di gratitudine».


Un silenzio profondo avvolse la radura, poi il Fiore Magico si schiuse. I suoi petali, brillanti come stelle appena nate, irradiarono una luce calda e viva, che sembrava abbracciare l’intera foresta.


Layali lo colse con infinita delicatezza, e appena lo tenne tra le mani, il fiore si dissolse in una scintilla luminosa.


La scintilla si alzò verso il cielo, tracciando un sentiero dorato tra le nebbie, come una stella cadente che indicava la via del ritorno.


Layali osservò quel segno con occhi lucidi e cuore colmo di gratitudine. Il Fiore delle Stelle non era solo la chiave del suo sogno: era un simbolo di armonia, un monito a rispettare la terra e i suoi segreti.


E così, seguendo il sentiero tracciato dalla luce, Layali iniziò il suo viaggio di ritorno, sapendo che il destino della dhow celeste era ormai nelle sue mani.


Layali tornò a Sur con il cuore ricolmo di gratitudine e meraviglia. Il viaggio l’aveva trasformata, e ogni passo lungo il ritorno era accompagnato dal bagliore delle stelle che la guidavano, come sentinelle celesti. Quando giunse al porto, l’intera città sembrava in attesa, il profumo del mare intrecciato a quello del legno appena tagliato.


Seguendo il disegno che il Fiore delle Stelle aveva impresso nella sua mente, Layali cominciò a costruire la dhow celeste. Ogni tavola di legno era scelta con cura, intrisa di resina d’incenso che emanava un aroma sacro e senza tempo. Le sue mani intrecciavano il legno con fili di luce dorata, sottili e scintillanti come i raggi dell’alba. La chiglia sembrava scolpita dal mare stesso, le vele erano tessute con la seta del vento, e la prua, ornata da un motivo di stelle incise, brillava come un gioiello vivente.

Quando la barca fu pronta, sembrava non appartenere alla terra né al mare, ma al regno del cielo
Quando la barca fu pronta, sembrava non appartenere alla terra né al mare, ma al regno del cielo

Quando la barca fu pronta, sembrava non appartenere alla terra né al mare, ma al regno del cielo. Sollevò le sue vele per il primo viaggio, e come se fosse spinta da una forza divina, la dhow si sollevò dalle onde, librandosi nell’aria. Il porto di Sur si riempì di grida di stupore e gioia mentre la barca luminosa attraversava il cielo, tracciando una scia di luce che sembrava risvegliare le stelle addormentate.


Ma Layali non era sola. Durante il suo primo viaggio celeste, una figura si rivelò sul ponte della dhow: un giovane sultano, avvolto in un manto di stelle, apparve davanti a lei. I suoi occhi brillavano come la notte, e il suo sorriso era colmo di ammirazione.


«Layali,» disse il sultano, «sei tu che hai creato questa meraviglia, unendo il cielo e la terra, il sogno e la realtà. Nessuno più di te è degno di condividere il mio regno tra le stelle».


Layali, sorpresa e incantata, accettò con il cuore in tumulto.


Tornati a Sur, il villaggio celebrò una cerimonia straordinaria: le strade furono adornate con luci e fiori, e il canto delle onde si unì alle melodie del vento. Layali e il sultano, avvolti da un’aura di luce, si sposarono sotto il cielo stellato, mentre la dhow celeste brillava nel porto come un faro di speranza.

Layali e il sultano, avvolti da un’aura di luce, si sposarono sotto il cielo stellato, mentre la dhow celeste brillava nel porto
Layali e il sultano, avvolti da un’aura di luce, si sposarono sotto il cielo stellato, mentre la dhow celeste brillava nel porto

La rotta celeste che la barca inaugurò portò prosperità al villaggio. Le stelle, guidate dalla dhow, illuminavano i mari, permettendo ai marinai di navigare senza paura. L’incenso di Dhofar divenne un simbolo sacro, e il suo commercio prosperò, rendendo Sur un crocevia di cultura e benessere.


La leggenda di Layali e del Porto delle Stelle si tramandò di generazione in generazione. Ogni dhow costruita a Sur portava un frammento della sua storia, e ogni stella nel cielo era un ricordo del viaggio di una giovane che aveva attraversato deserti, montagne e piogge tropicali per realizzare l’impossibile.


Si dice che, nelle notti più limpide, la dhow celeste più luminosa che mai continui a solcare il cielo. Ogni stella tracciata dalla sua scia è un ricordo dell’audacia di Layali e del dono che il cielo e la terra avevano intrecciato. E ogni abitante del villaggio, guardando quel bagliore lontano, sussurra una preghiera di gratitudine, sapendo che i sogni, anche i più impossibili, possono trasformarsi in realtà luminose, esattamente come fossero stelle.

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La Rubrica del mese di Maggio sarà dedicata alla Mauritania a partire da Archeologia, Cultura e Tradizioni, Le mille e una Fiaba - 1 Maggio 2025


La Mauritania, culla di antiche meraviglie, incanta con le sue maestose Piramidi che sfidano il tempo e la misteriosa Sfinge, sentinella silenziosa del deserto. Il Nilo, anima pulsante del paese, scorre tra rigogliosi palmeti e villaggi intrisi di tradizioni millenarie. I templi di Luxor e Karnak raccontano storie di dèi e faraoni, mentre i colorati mercati e le danze del folclore risuonano di una cultura viva. È un luogo dove il passato e il presente si intrecciano, regalando a ogni angolo un frammento di eternità.


________________________________________________________________________La Rubrica del mese di Maggio sarà dedicata al Kuwait a partire da Archeologia, Cultura e Tradizioni, Le mille e una Fiaba - 1 Maggio 2025


Il Kuwait, un piccolo emirato incastonato nel cuore del Golfo Arabico, è un luogo di contrasti sorprendenti. Qui, l'antico e il moderno si fondono in un'armonia unica, dove grattacieli futuristici si ergono accanto a souk tradizionali. La capitale, Kuwait City, è un vibrante centro di attività, con le sue iconiche Torri del Kuwait che dominano l'orizzonte. Le tradizioni beduine, con i loro racconti di viaggi nel deserto, si mescolano alla cultura marinara, che celebra la pesca delle perle e la navigazione nel Golfo. Le isole del Kuwait, come Failaka, custodiscono resti di antiche civiltà, testimoni di un passato glorioso. Il deserto, con le sue dune dorate e i suoi tramonti infuocati, offre uno scenario mozzafiato. Il Kuwait incanta con la sua ospitalità, dove il calore del popolo kuwaitiano si fonde con la bellezza dei paesaggi. La sua ricca cultura, un tesoro nascosto nel cuore del Golfo, attende di essere scoperta.

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