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Oman – Il nuovo ruolo del Sultanato per informazione e cultura

(Agenzia Nova) - Con l’organizzazione del 31° congresso della Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj), iniziato lo scorso 31 maggio e conclusosi oggi, l’Oman conferma la sua visione internazionale aperta non solo dal punto di vista economico, ma anche culturale, cercando di divenire un faro nella regione del Medio Oriente, come dimostrato anche dalla recente partecipazione alla Biennale di Venezia. Il congresso della Ifj, a cui ha preso parte anche “Agenzia Nova” con il responsabile delle relazioni esterne Lamberto Dolci, è stato organizzato dall’Associazione dei giornalisti dell’Oman e ospitato all’Oman Convention ed Exhibition Center. Sponsor dell’evento la compagnia OQ, la società nazionale per gli investimenti nel settore energetico che ha presentato agli oltre 250 delegati in rappresentanza dei sindacati e delle associazioni di categoria di 92 Paesi, la strategia di sviluppo sostenibile del sultanato mirata a favorire la transizione energetica. Il Congresso è stato presieduto da Sayyid Asaad bin Tarik al Said, vicepremier incaricato delle Relazioni internazionali e rappresentante personale del sultano Haitham bin Tarik.

In un’intervista rilasciata al programma radiofonico “Sabah al Shabab”, il ministro dell’Informazione dell’Oman, Abdullah bin Nasser Al Harrasi, ha detto che “i media svolgono un ruolo fondamentale e attivo nell’individuazione e nella valorizzazione di Paesi e comunità, sensibilizzando diversi ambiti e sviluppando le dimensioni intellettuali e culturali delle comunità nei suoi diversi ambiti”. Questa conferenza, a cui partecipano oltre 250 giornalisti provenienti da media di tutto il mondo, è “l’occasione per far conoscere il sultanato dell’Oman in tutti i suoi aspetti, naturali, storici e culturali”, ha dichiarato il ministro. Al Harrasi ha inoltre osservato che “questa conferenza è anche in apprezzamento dei media dell’Oman che, da oltre 50 anni, hanno svolto ruoli fondamentali nella consapevolezza nazionale, guidando la società verso ciò che è buono, e cercando di valorizzare e sviluppare il pensiero e capacità dei giovani e la loro conoscenza attraverso vari programmi”.

La presenza di giornalisti provenienti da tutto il mondo in un Paese arabo del Golfo ha consentito di dare risalto in una regione segnata da conflitti, come quella del Medio Oriente, al ruolo della libertà di stampa e del lavoro degli operatori dei media. L’edizione di quest’anno, peraltro, ha visto la formazione di un nuovo gruppo regionale, la Federazione dei giornalisti dell’Asia Pacifico. Come presidente della neonata federazione regionale è stata eletta Sabina Inderjit, della Federazione dei giornalisti dell’India, mentre la vicepresidenza è stata affidata per acclamazione a Salim Hamad Al Jahwari, attuale vicepresidente dell’Associazione dei giornalisti dell’Oman. Come sottolineato ad “Agenzia Nova” da Raffaele Lorusso – segretario generale della Federazione nazionale stampa italiana (Fnsi) eletto al Congresso nel comitato esecutivo della Ifj – uno dei temi centrali di questo 31esimo Congresso è stato sicuramente la sicurezza, “perché i giornalisti sono sempre di più sotto attacco e come abbiamo visto in tutte le parti del mondo, non c’è un Paese più sicuro dell’altro”.

Secondo Lorusso, “sicuramente ci sono Paesi dove si rischia la vita, soprattutto nelle zone di guerra, ma anche in altri Paesi, come avvenuto in Europa durante la pandemia, i giornalisti sono diventati bersaglio nelle manifestazioni dei ‘no vax’, con minacce, intimidazioni e aggressioni”. Dal Congresso è emerso, infatti, che la violenza contro i giornalisti è aumentata ovunque, in particolare in quattro Paesi nell’occhio del ciclone: Afghanistan, Territori palestinesi, Messico, Yemen, Ucraina. In questo contesto, durante l’evento sono state presentate una serie di testimonianze di familiari di giornalisti uccisi e, lo scorso primo luglio, i delegati hanno ricordato la giornalista di “Al Jazeera”, Shireen Abu Akhleh, uccisa lo scorso 11 maggio a Jenin mentre copriva un’incursione delle Forze di difesa israeliane (Idf) in un campo profughi palestinese.

Lorusso ha sottolineato anche la peculiarità di aver organizzato il Congresso della Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj) a Mascate. “L’Oman è una parte del mondo arabo in cui vi è un forte attaccamento alle proprie radici e tradizioni, ma vi è anche apertura nei confronti dell’innovazione, del progresso tecnologico e soprattutto anche della cultura”. Secondo Lorusso, nel Paese si assiste a un “grande fermento culturale” ed è positivo “vedere che esiste una stagione teatrale, concertistica e operistica”.

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