Assadakah News - Gli investimenti nel comparto degli idrocarburi in Algeria, gli accordi internazionali del Marocco, le tensioni interne alla Libia, lo sviluppo del settore digitale in Tunisia, il ruolo dell'Egitto nella guerra a Gaza e l'economia del Cairo sotto pressione. A questi temi è dedicato l'approfondimento sul Nord Africa di "Ingrandimenti" di giugno, la rubrica mensile della Fondazione Med-Or, dedicata ai principali fatti avvenuti nei paesi del Mediterraneo allargato.
Algeri intensifica gli investimenti nel comparto idrocarburi. A pochi mesi dalle elezioni presidenziali - convocate in anticipo a settembre dal presidente in carica Tebboune - la parastatale algerina Sonatrach ha siglato con la statunitense Chevron un accordo circa lo sfruttamento congiunto dei bacini di Ahnet e Berkine, definito "storico" dal ministro dell'Energia, Mohamed Arkab. All'interesse delle holding USA - il cui supporto all'upstream algerino contribuirebbe alla sicurezza delle forniture di gas destinate agli alleati in Europa - fa da contraltare la consolidata cooperazione tra Algeri e Pechino. A Shenzen, Sonatrach e la cinese Huawei hanno siglato un protocollo d'intesa nei settori della digitalizzazione, del cloud computing e delle telecomunicazioni. Intanto, Sonatrach e la parastatale cinese Sinopec hanno siglato un nuovo memorandum per la cooperazione a tema idrocarburi.
La crescita degli investimenti esteri rientra nel quadro del generale rafforzamento della produzione algerina di idrocarburi, che punta - secondo quanto dichiarato da Arkab - a raggiungere i 200 miliardi di metri cubi nel prossimo quinquennio.
Al rientro del presidente Tebboune dal vertice G7 di Bari, la presidenza della Repubblica algerina ha annunciato l'avvio di un partenariato agricolo con l'Italia di 420 milioni di euro che prevede l'assegnazione di 36 mila ettari di terreno coltivabile nella wilaya di Timimoun, nell'Algeria centro-meridionale, alla controllata algerina di Bonifiche Ferraresi. Il progetto, il più vasto sinora inaugurato da BF nel paese, punta a rafforzare la produzione cerealicola del meridione algerino e si inserisce nel programma di generale potenziamento del comparto agricoltura, la cui produzione - responsabile del 12,4% del PIL nazionale - soffre l'aggravarsi della pluriennale siccità nordafricana, che acuisce una sempre più pronunciata dipendenza dai prodotti d'importazione. Su tale sfondo il governo algerino ha varato una serie di incentivi per potenziare la coltivazione attraverso l'investimento estero, tra cui la concessione a lungo termine di terreni agricoli a imprese straniere.
Energean, che dalla vendita delle proprie quote alla britannica Carlyle ha guadagnato circa 945 milioni di dollari, si concentrerà sullo sviluppo del giacimento offshore di Anchois, tra i pochi depositi di gas sinora rilevati in Marocco. Per il regno alawita, virtualmente privo di idrocarburi e dipendente dalle importazioni di gas del vicino spagnolo, Anchois potrebbe rappresentare un utile strumento per colmare il fabbisogno energetico. Ma il regno punta anche - sottolinea il rapporto 'Ingrandimenti' – a un ambizioso programma di diversificazione delle fonti. Questo mese, la società belga Jan de Nul e l'australiana Fortescue hanno siglato un'intesa per il trasporto di idrogeno verde, attraverso la posa di un cavo sottomarino da 1000 chilometri tra Marocco ed Europa. Sottoposto ad embargo dalla vicina Algeria - che nel 2021 ha chiuso i rubinetti del gasdotto frontaliero MGE - il Marocco punta a coprire il 52% del proprio fabbisogno energetico attraverso fonti rinnovabili entro il 2030. In particolare, il regno punta a sfruttare il proprio potenziale eolico e solare per produrre idrogeno, aggirando così le pressioni inflattive sul gas metano (tradizionalmente utilizzato per produrre idrogeno "grigio") e riducendo le esternalità ambientali legate all'utilizzo di idrocarburi nel processo di sintesi.
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