Assadakah News Agency - Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, rassicura sulle condizioni degli italiani in Niger dopo il colpo di stato di due giorni fa. Sono circa un centinaio e, secondo l’ambasciata italiana in Niger, non corrono pericolo, mentre in tutto il Paese polizia e gruppi armati sono scatenati in arresti di rappresentanti del governo deposto. Sono stati arrestati il ministro del Petrolio, Abba Sani Issoufou Mahamadou, figlio di un ex presidente, e il presidente del Partito Democrazia e il Socialismo (Pnds) Foumakoye Gado. Sotto sorveglianza anche il ministro dell’Interno, Hama Amadou Souley, e il ministro dei Trasporti, Oumarou Malam Alma, arrestati nelle prime ore del golpe, e il ministro delle Miniere Ousseini Hadizatou Yacouba. Fonti vicine al partito hanno inoltre dichiarato che non si hanno notizie del Ministro delle Finanze Ahmat Jidoud e del Ministro della Pianificazione Abdou Rabiou. Tajani ha poi proseguito: “Un intervento militare dell’Occidente sarebbe un errore clamoroso, verrebbe visto come un atto da neo-colonizzatori”.
Intanto è stata pubblicata ufficialmente la prima immagine del presidente nigerino Mohamed Bazoum destituito dopo il colpo di stato, nella quale appare in buona salute durante un incontro con il presidente del vicino Chad Mahamat Idriss Déby. Il presidente del Chad ha anche pubblicato una sua foto con il leader del colpo di Stato Abdourahamane Tchiani, anche lui sorridente. Secondo alcune fonti Bazoum sarebbe detenuto nella residenza presidenziale.
I militari che hanno arrestato il presidente Bazoum accusano la Francia di voler intervenire militarmente per rimetterlo in carica, secondo una dichiarazione trasmessa dalla televisione nazionale. "In linea con la sua politica di ricerca di modi e mezzi per intervenire militarmente in Niger, la Francia, con la complicità di alcuni nigerini, ha tenuto una riunione presso la sede della Guardia nazionale del Niger per ottenere le necessarie autorizzazioni politiche e militari", si legge nel comunicato. Il Cremlino è favorevole al "ripristino dello stato di diritto" e "alla moderazione di tutte le parti in modo che non ci siano vittime": lo ha dichiarato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, esprimendo grave preoccupazione per la situazione nel Paese africano.
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