Lorenzo Utile - La situazione è sull’orlo della catastrofe per il Niger e i Paesi confinanti. I comandanti delle fore armate dell’Africa occidentale, facenti parte dell’organizzazione Ecowas, sono in riunione segreta ad Accra, capitale del Ghana, per pianificare i dettagli di un intervento militare diretto per ristabilire il governo democraticamente eletto in Niger, presieduto da Mohamed Bazoum, attualmente detenuto agli arresti domiciliari sotto sorveglianza costante, da parte della giunta militare che ha preso il potere con un colpo di stato lo scorso 26 luglio.
Il generale Christopher Gwabin Musa, capo di stato maggiore nigeriano, ha dichiarato che l’obiettivo non è solo una reazione ad eventi che coinvolgono tutta la regione del Sahel, ma segnale un percorso deciso per portare pace duratura e stabilità.
Di fatto, la riunione ha lo scopo di mettere a punto un piano operativo per un intervento armato diretto contro il cosiddetto Comitato per la Salvaguardia della Patria che ha deposto Mohamed Bazoum, accusato di essere a capo di un governo corrotto. Tuttavia, la Ecowas privilegia naturalmente la soluzione diplomatica, ma l’atteggiamento dei golpisti in Niger fa supporre che vi siano poche possibilità in merito.
La situazione è seguita con notevole interesse da diversi Paesi europei, specie quelli che hanno in Niger interessi diretti, che si dicono pronti a sostenere l’Ecowas con sanzioni nei confronti dei golpisti di Niamey
Intanto in Niger la tensione è altissima, con diversi episodi di attacchi armati nel sud-ovest, che hanno causato oltre trenta morti fra la popolazione, nelle zone di Dessa e Mehanna, nella regione di Tillabéri, are ad opera di sospetti membri dello Stato Islamico del Grande Sahara, attivi nei dintorni di Tomare, Issile, Gaberi e Kodogoria. Circa venti soldati nigerini sono morti in un attacco tra Torodi e Boni, condotto da sospetti jihadisti.
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