Assadakah News Agency - Alla conclusione dei lavori della Conferenza ONU sull’Acqua, durata tre giorni, presso il Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, è di imminente pubblicazione il rapporto conclusivo dei lavori, la “Water Action Agenda”, con le linee guida da adottare per gli interventi in quella che ormai è definita “politica idrica”, oggi di importanza anche maggiore di quella relativa a petrolio e gas naturale.
La chiusura della Conferenza avviene nella giornata dedicata al tema “Water Action Decade”, che si concentra sull’attuazione degli obiettivi contenuti nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. A tale riguardo, un gruppo di esperti ONU collegato al UN-University Institute of Water Environment and Health ha pubblicato un rapporto sullo stato della sicurezza idrica nel mondo. Il documento riporta statistiche allarmanti, sostenendo come la comunità globale sia “ben lontana dal raggiungere la disponibilità di acqua pulita e servizi igienico-sanitari per tutti, noti come parte del sesto Obiettivo di Sviluppo Sostenibile”.
Una delle principali questioni sollevate dal rapporto riguarda la falsa convinzione per cui un’abbondante “disponibilità di acqua non garantisce necessariamente la sicurezza idrica”. È il caso di diversi Paesi in Africa, in America, e nell’area Asia Pacifica, che presentano abbondanti riserve d’acqua dolce e che, tuttavia, hanno alti tassi di decessi attribuiti ad un acceso limitato alle risorse, alla scarsa qualità dell'acqua e ad un suo basso valore economico, oltre a “perdite economiche potenzialmente elevate dovute a inondazioni o siccità".
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) ha sollevato il problema della scarsità d'acqua e, nelle parole del Direttore generale Qu Dongyu, della “mancanza di risorse finanziarie adeguate, tempestive e innovative" nell'attuazione di una "gestione proattiva e integrata della siccità." Partecipando a un evento speciale della Conferenza intitolato "Drought-Fragility-Finance-nexus: gestire il rischio siccità e superare le condizioni di fragilità", Dongyu ha incoraggiato una maggiore partecipazione del settore privato e una base di conoscenze globali più sviluppata, che renda le decisioni di investimento coerenti con le attuali esigenze dell'umanità. "Non possiamo porre fine alla povertà e alla fame se non riusciamo ad anticipare la curva della siccità," ha ribadito Dongyu.
L’acqua è alla base dello sviluppo sostenibile. Sostiene tutti gli aspetti della vita sulla Terra, e l’accesso ad acqua sicura e pulita è un diritto umano di base. Tuttavia, decenni di cattiva gestione e abuso hanno intensificato lo stress idrico, minacciando i molti aspetti della vita che dipendono da questa risorsa fondamentale. L’acqua può essere la soluzione chiave al cambiamento climatico. Lo stoccaggio del carbonio può essere migliorato proteggendo ambienti come le torbiere e le zone umide, l’impiego di pratiche agricole sostenibili può contribuire a ridurre lo stress sulle riserve di acqua dolce e il miglioramento delle infrastrutture di approvvigionamento idrico e igienico-sanitarie può garantire a tutti l’accesso a risorse vitali in futuro. Una gestione sostenibile dell’acqua può aiutare a migliorare la resilienza, a mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici e a proteggere le società e gli ecosistemi. Le soluzioni idriche sostenibili, accessibili e graduali devono diventare una priorità.
Secondo l'ONU, 2,2 miliardi di persone non hanno acqua potabile sicura, a 4,2 miliardi mancano i servizi igienico-sanitari e circa 700 milioni di persone in tutto il mondo potrebbero dover spostarsi a causa della scarsità d'acqua entro il 2030.
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