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Nel mondo troppe emergenze umanitarie

Aggiornamento: 13 ott 2023

In questi ultimi giorni le cronache riferiscono di una situazione estrema nella Striscia di Gaza, che di certo non è estrema da sabato scorso, ma da oltre 70 anni. Una emergenza che si è acuita paurosamente a causa dell’attacco della Jihad palestinese e della conseguente risposta israeliana. E a farne le spese, la popolazione palestinese già stremata, che ora si vede privare di energia elettrica, acqua, cibo, medicinali e generi di prima necessità.

Le informazioni che giungono da Gaza sono decisamente drammatiche, ma non bisogna dimenticare che tutto ciò è solo un aspetto delle purtroppo numerose emergenze umanitarie presenti nel mondo. In Sudan è in atto un vero e proprio nuovo genocidio, soprattutto nel Darfur e nel Kordofan, come nello Yemen, nel Nagorno Karabakh, Ucraina, Niger e gran parte del martoriato continente africano, e altre situazioni dipendono poi da situazioni non causate dall’uomo, come abbiamo visto con i recenti disastri naturali in Marocco e Libia.

Solo nel 2022, ci sono stati 387 disastri climatici e guerre nuove o croniche, che hanno ucciso complessivamente 270mila persone. Una cifra che rischia di essere confermata, se non di peggiorare, nell’anno in corso. Stiamo affrontando un periodo storico molto difficile per la cooperazione, con emergenze improvvise e croniche che si sovrappongono, spesso colpendo Paesi già in grave difficoltà.

Secondo le stime dell’ONU, nel 2023 le persone bisognose di assistenza umanitaria sono più di 340 milioni, mai così tante negli ultimi trent’anni.

Sono in aumento i disastri climatici, che nel 2022 sono state 387, e che hanno coinvolto 185 milioni di persone e causando oltre 30mila morti. I disastri hanno spinto più di 32 milioni di persone a fuggire, mai così tante da un decennio e il 41% in più rispetto alla media dei dieci anni precedenti. A tutto questo si devono purtroppo aggiungere le guerre. Nel 2022 le vittime di conflitti sono state oltre 240mila. Già nell’anno precedente all’invasione russa dell’Ucraina, il numero di morti nei conflitti armati era aumentato del 45% dal 2020 (più di 100mila), ribaltando la tendenza al calo che proseguiva da cinque anni, dopo il record di vittime legato alla guerra civile in Siria nel 2014. Il mondo, negli ultimi 15 anni, è diventato meno pacifico: dei 163 Paesi considerati dal Global Peace Index, in ben 95 la situazione è peggiorata.

Le emergenze spingono alla fuga: 280 milioni sono i migranti a livello internazionale. Nel 2022 sono state oltre 108 milioni le persone costrette ad abbandonare le proprie case nel mondo, 19 milioni in più in un anno.

E’ cresciuto anche il numero dei richiedenti asilo, oltre il 35%, per un totale di 35 milioni. La Turchia è la nazione che ne ospita il maggior numero (3,6 milioni), seguita da Iran (3,4 milioni), Colombia (2,5 milioni), Germania (2,1 milioni) e Pakistan (1,7 milioni)12. L’Europa (Turchia inclusa) ospita 12,4 milioni di rifugiati, l’Asia-Pacifico quasi 7 milioni, quasi tutti in Iran, Pakistan e Bangladesh, le Americhe 6 milioni. In Africa Sub-Sahariana sono 7 milioni, in Medioriente e Nordafrica 2,4 milioni13. Nel 2022 in Italia sono arrivate quasi 304mila persone, di cui meno di 174mila dall’Ucraina.

Anche il numero degli sfollati interni ha segnato un record nel 2022: oltre 71 milioni di persone, il 20% più dell’anno precedente e un dato mai raggiunto prima. Il numero di persone in fuga per conflitti e violenze è raddoppiato a oltre 28 milioni, toccando i 62 milioni, mentre quelle fuggite per disastri erano quasi 9 milioni. Quasi due terzi del totale si trova in 10 Paesi di Medioriente, Africa e Sudamerica, con unica eccezione europea in Ucraina. Le maggiori emergenze umanitarie al mondo comprendono la crisi siriana, quella venezuelana, l’Africa occidentale, il Corno d’Africa e Sudan.

Siria, Iraq, Libano, Giordania, Libia, Marocco e Tunisia sono fra i Paesi in cui si affrontano complesse emergenze, ma anche in Niger, Nigeria, Mali, Burkina Faso, Mauritania, Senegal, Sierra Leone e Gambia. In particolare, nei paesi del Sahel, l’instabilità e le violenze fanno sì che oltre 30 milioni di persone abbiano bisogno di assistenza umanitaria. Emergenze anche in Etiopia, Malawi, Somalia, Sudan e Uganda. Nel Corno d’Africa, 36 milioni di persone necessitano di assistenza umanitaria, a causa di conflitti, instabilità politica, effetti di cambiamenti climatici e fenomeni naturali estremi.

Hussein Ghamlouche - Ambasciatore Internazionale di Pace e Buona Volontà

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