Assadakah Roma News - Al via domani 28 marzo la mostra fotografica dal titolo 'Accesso ai servizi idrici per le popolazioni colpite dai conflitti in Iraq', organizzata dalla ONG italiana Coopi - Cooperazione Internazionale, Solidarités International e Sedo (Sahara Economic Development), che si terrà nell'ambito della Giornata mondiale dell'acqua presso l'Istituto Francese di 52V2+55R a Erbil, nel Kurdistan iracheno, e resterà aperta fino al 28 aprile. Lo riferisce la stessa Coopi. A marzo, i fotografi Omar Adil e Mohammed Ali hanno viaggiato nei distretti di Fallujah e Mosul per incontrare famiglie e individui disposti a condividere le loro storie e il loro spazio. L'esposizione si tiene grazie al sostegno finanziario dell'Unione europea (Dipartimento per gli Aiuti umanitari e la Protezione civile) e alla facilitazione fornita dall'Istituto francese e dal consolato francese in Iraq.
Questa mostra è costruita intorno a 4 temi: Accesso all'acqua, servizi igienici, promozione dell'igiene e riabilitazione degli alloggi. "Attraverso questa lente - scrive Coopi - scoprirete la scomoda verità di come può essere la vita di mezzo milione di persone che vivono in insediamenti informali in Iraq e come le ONG stanno cercando di sostenerli". Dalla fine dei combattimenti contro lo Stato islamico alla fine del 2017, il contesto iracheno è passato gradualmente da un conflitto armato ad alta intensità a un'era post-conflitto caratterizzata dal progressivo ritorno delle popolazioni sfollate. Tuttavia, le popolazioni impossibilitate a rientrare nelle loro comunità - a causa della distruzione, della mancanza di servizi disponibili o dei residui vincoli di sicurezza – e le persone che hanno dovuto affrontare la chiusura dei campi nell'Iraq federale, si trovano in situazioni particolarmente vulnerabili. Oggi, più di mezzo milione di persone vivono in insediamenti informali, affrontando immense sfide per soddisfare i loro bisogni di base. Le tensioni politiche e sociali sono continuate per tutto il 2020 e il 2021 destabilizzando il paese, limitando l'accesso ai servizi di supporto e diminuendo le prospettive delle popolazioni sfollate di un ritorno definitivo. Inoltre, il paese non è stato risparmiato dalla pandemia di Covid-19, con più di 500mila casi registrati e 11mila morti, colpendo in particolare le popolazioni più vulnerabili.
Al fine di fornire assistenza alle persone che affrontano le condizioni di vita più terribili, Coopi - Cooperazione Internazionale, Solidarités International (SI) e Sahara Economic Development (SEDO) hanno creato un consorzio per progettare e attuare il progetto finanziato da ECHO 'Provision of essential services to multi-displaced populations living in under-served areas through WASH and Shelter in Iraq'. Attraverso questo progetto, i partner hanno sostenuto 33.731 persone nei governatorati di Baghdad, Anbar, Ninewa, Kirkuk e Salah al Din. Sulla base delle competenze delle organizzazioni, le attività realizzate sono state incentrate su un asse principale: l'accesso all'acqua, ai servizi igienici e all'igiene. Al fine di affrontare anche i bisogni critici di alloggio dei partecipanti al progetto e per impiegare un approccio di assistenza globale, i partner hanno anche condotto riabilitazioni di alloggi di base.
"Per evidenziare le difficili condizioni di vita di queste famiglie, per lo più multi-sfollate, e di gettare luce sulla loro situazione per un futuro sicuro e dignitoso in luoghi che possono chiamare casa, il consorzio presenta questa mostra fotografica", si legge sul sito di Coopi, che fornisce le biografie dei due fotografi. Omar Adil è un fotografo di Baghdad. Laureato in Tecniche Ottiche, ha seguito diversi corsi di reportage e principi di protezione sensibili ai conflitti. Da allora, lavora come fotografo freelance. Ha lavorato per la Our Voice Organization, l'Arab Academy for Human Rights e per diversi canali e reti. Mohammed Ali è un fotografo di Kirkuk. Si è formato all'istituto di belle arti di Kirkuk. È un fotoreporter freelance dal 2013, coprendo storie di sfollati e vittime della guerra contro l'ISIS. Ha lavorato con l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (UNFAO) per coprire alcune delle loro attività.
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