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Immagine del redattoreElisabetta Petrolati

Messina - A Halaesa eccezionale ritrovamento archeologico


 

Elisabetta Pamela Petrolati (Assadakah News) - La Sicilia protagonista di una scoperta sensazionale: nell’area archeologica di Halaesa Arconidea, oggi Tusa, nel Messinese, è emerso un ritrovamento di eccezionale rilevanza. A seguito della quinta campagna di scavi organizzata dall’Università di Palermo in collaborazione con il Parco Archeologico di Tindari e il Comune della cittadina in provincia di Messina, sono venuti alla luce due vani con pavimento a mosaico, un cortile con ali porticate e i resti di un impianto termale. Gli scavi hanno fatto emergere un vasto complesso monumentale, sconosciuto fino a oggi, costituito da un reticolo di strade e un nuovo tratto di fortificazioni, fondamentali per dare un assetto urbanistico aggiornato alla città ellenistica e romana.

Halaesa Arconidea fu fondata nel 403 a.C. su di una collina che domina la vicina costa tirrenica e la valle del fiume Tusa. Attorno al 269 circa, durante la guerra tra Gerone II e i Mamertini, si consegnò spontaneamente a Gerone II, seguita subito dopo da Abaceno e Tindari. Fu dunque tra le prime città che, durante la Prima Guerra Punica, scelse di sottomettersi ai romani, ricevendo in cambio vantaggi e privilegi, infatti dopo la conquista di Siracusa, ebbe il privilegio di far parte delle cinque “civitates liberae et immunes”.


Pertanto la neo città romana fu esentata dalla decima dei prodotti agricoli da inviare a Roma e fu libera di eleggere il proprio Senato, i propri magistrati e utilizzare le proprie leggi.

La sua prosperità crebbe sia in epoca repubblicana sia in quella imperiale; fu punto di riferimento dei mercanti italici e fu una delle quattro città siciliane che ottenne lo status di municipium prima della morte di Augusto. “L’impianto termale venuto alla luce - ha detto l’assessore regionale ai Beni Culturali, Francesco Paolo Scarpinato - rappresenta un unicum in Sicilia per il ricchissimo apparato decorativo e per le dimensioni, pari a circa 800 metri quadrati, tra i più estesi dell’Isola”.

Un ritrovamento, dunque, eccezionale e unico nel suo genere che merita immediata attenzione e intervento. “Considerata l’importanza dei ritrovamenti archeologici - ha affermato Domenico Targia, Direttore ad interim del Parco Archeologico di Tindari - il sito sarà immediatamente oggetto di puntuali interventi di restauro conservativo e di messa in sicurezza, al fine di garantirne la valorizzazione e la fruizione”. Dalla terra la Storia continua a parlare di sé, riempiendo di stupore studiosi, archeologi e appassionati.

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