Assadakah News - Il primo ministro libanese Mikati ha esortato la comunità internazionale perché ponga un freno alla follia genocida scatenata da Israele, sia nella Striscia di Gaza, che in Cisgiordania e, naturalmente, in Libano, in una sconsiderata guerra fratricida. L’intervento del premier fa seguito all’ultimo massiccio attacco missilistico sulla capitale Beirut, che ha causato un numero di vittime ancora da definire.
Dalle ultime informazioni, è stato accertato che il via libera all’attacco definito “operazione Nuovo Ordine” alla periferia sud di Beirut è stato impartito dal criminale di guerra Benjamin Netanyahu con il telefono rosso dalla stanza di albergo a New York, pochi minuti dopo il discorso del pronunciato all'Assemblea Generale dell'ONU.
Hezbollah ha confermato l'uccisione del suo leader. In un comunicato letto in diretta sulla tv al-Manar, che subito dopo ha sospeso la diretta dal luogo del raid alla periferia sud di Beirut per trasmettere preghiere islamiche, Hezbollah ha annunciato che il capo della resistenza Hassan Nasrallah “si è unito ai martiri di Karbala e ai suoi compagni, i martiri immortali di cui ha guidato la marcia per 30 anni, conducendoli di vittoria in vittoria”.
Nell'operazione “Nuovo Ordine”, il raid aereo in cui è rimasto ucciso Nasrallah, sono state sganciate più di 80 bombe del peso di 2.000 kg, eseguito dallo Squadrone 69 dell'aviazione militare israeliana con aerei F-15. L'Air Force israeliana ha pubblicato su X un video sull'operazione a Beirut per eliminare i vertici di Hezbollah. Le immagini mostrano il capo di Stato Maggiore nel centro di comando dell'aeronautica militare israeliana con i membri del Forum dello Stato Maggiore mentre coordinano il raid.
Se lo stato criminale sionista intende scatenare una guerra sul fronte libanese e, di conseguenza, su quello siriano, è inevitabile che la Repubblica Islamica dell’Iran non resti a guardare, ma per Teheran vi è un importante dilemma da risolvere: una guerra totale in Libano? Fra moderazione e vendetta, mentre proseguono le operazioni israeliane con l'obiettivo dichiarato di colpire Hezbollah, la Repubblica Islamica si conferma principale sostenitrice della resistenza libanese, ma è molto improbabile che Teheran scenda apertamente in campo. Rimane però un fatto: minacciare ripetutamente Israele, senza dare seguito agli avvertimenti, può essere un ulteriore danno alla credibilità, come ha dichiarato un ex comandante dei Guardiani della Rivoluzione, perché rischia di far passare il messaggio che in tempi di crisi, Teheran darebbe priorità alla sua sopravvivenza, indebolendo così la sua influenza e le alleanze nella regione.
L'Iran non resterà indifferente nel caso di un'ulteriore escalation, ha ribadito il capo della diplomazia della Repubblica Islamica, Abbas Araghchi, a margine dell'Assemblea Generale dell'ONU, e ha chiesto sanzioni contro Israele, senza risparmiare accuse alla comunità internazionale per il fallimento su un possibile cessate-il-fuoco.
E' passato un anno dall'avvio delle operazioni militari israeliane contro Hamas nella Striscia di Gaza, in risposta all'attacco del 7 ottobre in Israele, e da quando Hezbollah è intervenuto con attacchi oltreconfine, in direzione del nord di Israele, in solidarietà con Hamas.
L'Iran non vuole la guerra, è Israele che cerca un conflitto più ampio, come ha dichiarato da New York il presidente iraniano Masoud Pezeshkian: “Non vogliamo la guerra, vogliamo vivere in pace. Non vogliamo essere la causa dell'instabilità. Sappiamo più di chiunque altro che se una guerra più ampia dovesse scoppiare in Medio Oriente, non gioverebbe a nessuno nel mondo". Hezbollah è in grado di difendersi e di difendere il Libano e i libanesi”.
Intanto, Israele agisce impunemente, mentre le sanzioni sono applicate all’Iran, che Netanyahu vorrebbe trascinare in un conflitto aperto, per garantirsi il conseguente intervento americano. Anche all'uccisione, a luglio a Teheran, del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, non è seguita la minacciata reazione iraniana. Un quadro molto diverso rispetto allo scorso aprile, quando Israele colpì il consolato siriano a Damasco e l'Iran rispose con una pioggia di missili e droni. Intanto, in Libano i raid israeliani stanno causando centinaia di morti, e costringendo decine di migliaia di persone a lasciare le proprie case.
Comments