Talala Khrais – Paola Angelini
Abdel Bari Atwan ha gentilmente concesso un’intervista alla Redazione del sito Assadakah.
Dirige il giornale al Raya al Youm, è ritenuto un’analista tra i più apprezzati del mondo arabo. Afferma che paesi come Israele e gli Stati Uniti dovrebbero comprendere i cambiamenti geo militari in atto, perciò sarebbe opportuno, piuttosto che fare guerre interminabili, utilizzare la vie diplomatiche per garantire pace e stabilità ai popoli della Regione.
Di seguito l’intervento testuale di Abdul Bari Atwan scrittore e giornalista:
desidero informare l’opinione pubblica, la stampa e chi si occupa delle questioni Mediorientali che la situazione è critica. Israele e Stati Uniti d’America sembrano manifestare intenzioni poco pacifiche nella Regione.
Pochi giorni fa gli USA hanno ucciso 150 combattenti che sostengono le Forze Governative, erano volontari che lottano a fianco delle Forze Governative Siriane, nella provincia di Deir Ezzour. È stato un orribile crimine a sangue freddo.
Israele da parte sua ha lanciato 5 missili contro la Siria dallo spazio aereo libanese, ma le contraeree siriane hanno abbattuto 4 missili, e solo uno ha raggiunto l’obbiettivo.
Pochi giorni fa un caccia F16 è stato distrutto, non significa che lo spazio aereo siriano è campo di esercitazione e di aggressioni dell’aeronautica israeliana.
Oggi Tel Aviv è maggiormente consapevole che la difesa dello spazio siriano è più efficace, probabilmente non si tenterà l’invio di aeroplani che possono essere abbattuti. Israele si limiterà a usare contro la Siria o il Libano missili terra terra e non Jet F15 o F 16 per limitare i danni, e cerca di mostrare la sua forza nei confronti dei libanesi. Vorrebbe costruire un muro lungo il confine libanese, sul territorio libanese o sulla “blue line” tra i due confini. Non solo, ha minacciato il Libano di sfruttare il blocco petrolifero n.9 nelle acque territoriali libanesi. Israele ha intenzione di impedire al Libano di sfruttare questa sua ricchezza pretendendo che sia nelle acque territoriali della Palestina occupata.
La risposta dei libanesi è stata straordinaria: tutti sono stati solidali con il Presidente della Repubblica, Michel Aoun, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Saed Hariri, il Presidente del Parlamento, Nabih Berri, i tre hanno respinto duramente le minacce israeliane. Si sono riuniti nel Palazzo Presidenziale a Baabda insieme ai vertici militari e della Sicurezza e hanno messo in risalto il rifiuto della costruzione del muro, lo impediranno anche con la forza. Il Libano, come suo diritto continuerà l’esplorazione del petrolio e del Gas nelle proprie acque, e respingerà duramente qualsiasi aggressione da parte di Israele.
Esiste un accordo tra Israele e gli Stati Uniti per non fare vincere la Siria contro il terrorismo destabilizzando tutta la Regione. Il portavoce degli Stati Uniti nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha precisato che esiste un intesa di questo genere che riguarda Siria e il Libano.
Pensano di giocare con il destino della Regione?
Gli Stati Uniti hanno in questo momento in Siria 2000 militari, 6000 militari in Iraq, quale sarà il loro destino?
In caso di guerra risponderanno i siriani e gli iracheni, in caso di aggressioni prenderanno come obbiettivo i militari americani. Potrebbero essere attaccati senza rispondere? Reagiranno come in Iraq, nel 2003. Gli Stati Uniti soffrirono per le molte perdite umane e materiali, i loro soldati abbandonarono e scapparono sotto i colpi della resistenza irachena. Potrebbe ripetersi lo stesso scenario. Se l’America non dovesse ritirare le truppe dall’Iraq e dalla Siria, potrebbero diventare obbiettivo di una nuova resistenza popolare.
Gli americani non sono molto amati in tutta la Regione perché tentano di installare basi militari nel nord della Siria. Imporre una entità curda in Siria vorrebbe dire dividere la Siria, smembrarla. Infine, dimenticano che la Siria è sostenuta dagli alleati. Come potrebbero ripetere lo scenario afghano in Siria? La Siria ha un esercito tra i più forti nella Regione e il popolo siriano difenderà la sua terra. Oltre a ciò, i russi e i militari esperti iraniani sono attivi sul territorio perché richiesti dal Governo siriano.
Cosa fanno gli americani in Siria?
Inizialmente sostenevano di voler liberare Reqqa e Mosul. Allora perché continuare a restare in Siria? Forse prevedono di costruire una base militare nel nord della Siria, alternativa alla base Turca Anjenlik successivo al rifiuto turco di poterla usare, base che avrà un solo obbiettivo: destabilizzare la Regione. Ma gli Stati della Regione e i popoli non permetteranno di realizzarlo. L’abbattimento del SU 25 russo nei cieli di Sarakeb costerà molto, il prezzo sarà la restituzione di Idlib. E, Erdogan accetterà il ritorno dell’esercito siriano nella provincia di Idlib, come ha fatto quando ha accordato con i russi il ritorno sotto la sovranità siriana di tutta Aleppo. Erdogan sa benissimo che per garantire la sicurezza delle sue frontiere ha una sola scelta: il ritorno dell’Esercito Siriano a Afrin. I Curdi vogliono il ritorno delle Forze Armate Siriane a Afrin.
Erdogan si salverà solo quando la Siria estenderà la sua autorità su tutto il territorio siriano. Prossimamente, si terrà un vertice a Istanbul tra il Presidente iraniano, Hassan Rouhani, il Presidente Erdogan, il Presidente Putin. Unica comune preoccupazione è la destabilizzazione della Regione da parte degli Stati Uniti.
Ci sarà una nuova alleanza di fronte a questi piani distruttivi?
I fatti si modificano e ci sarà un nuovo fronte che raggruppa Iracheni, Palestinesi, Libanesi, Palestinesi, una nuova Intifada, Hezbollah. Con il patrocinio della Russia, tutti uniti contro la presenza americana. Per gli israeliani e gli americani saranno giorni difficili.
Avigdor Lieberman (è stato ministro israeliano degli Affari Esteri e vice primo ministro d’Israele) e altri dirigenti israeliani minacciano un ritorno del Libano all’epoca della pietra?
«Hezbollah è in grado di attaccare i giacimenti israeliani di gas nel Mediterraneo, grazie allo sviluppo avanzato di questo tipo di aerei di fabbricazione iraniana», dando rilievo al sistema israeliano anti razzo – Iron Dome – che è in grado di intercettare i razzi, ma non i droni contro i quali Israele dovrà impiegare costosissimi Patriot.
I 150 mila missili che Hezbollah possiede faranno ritornare Israele indietro, ci sono migliaia di missili che Hamas possiede a Gaza, ci sono missili siriani, missili iraniani. Dove andranno tutti questi missili in caso di guerra? Giocano con il fuoco, la Regione è cambiata, la Siria è più forte di Israele. Se dovesse commettere una follia ci sarà una guerra, come la seconda guerra mondiale. Israele non ritornerà più come prima, questa è una sfida.
Commenti