Assadakah News - Secondo indiscrezioni non confermate, ma altamente probabili, sembra che la attesa risposta israeliana contro la Repubblica Islamica dell’Iran potrebbe comprendere la morte della Guida Suprema, Ali Khamenei, considerato il nemico numero uno del governo sionista, alla luce della visione d’insieme del progetto coloniale israeliano, di pari passo con la pulizia etnica dei palestinesi.
Mentre Blinken è in Medio Oriente per l’undicesima volta, e i bombardamenti israeliani infuriano da nord a sud (in poco più di due settimane, solo nel nord di Gaza, sono state uccisi oltre 700 palestinesi), lunedì scorso, di fronte al Corridoio Netzarim, è stata organizzata una grande conferenza ultranazionalista alla quale hanno preso parte alcuni ministri e membri del partito Likud del premier Netanyahu.
Ordine del giorno, secondo quanto riportato da “Times of Israel”, è ripristinare gli insediamenti ebraici a Gaza e sollecitare l'emigrazione palestinese dal territorio devastato dalla guerra. Nel suo intervento, il ministro della Sicurezza Nazionale, Itamar Ben Gvir, ha affermato: "La Terra di Israele è nostra, è necessario incoraggiare l'emigrazione dei residenti palestinesi del territorio, perché è la soluzione migliore e più etica al conflitto. Espulsione non con la forza, ma piuttosto considerando che Israele concede loro la possibilità di andare in altri Paesi”.
Il ministro per l'Uguaglianza Sociale, Flora May Bedra-Golan, ha dichiarato nel corso del suo intervento: "Togliere territorio agli arabi è ciò che li ferisce di più. Gli insediamenti a Gaza rafforzano la sicurezza di Israele”. Sullo stesso tenore il ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, che avrebbe affermato, a microfoni spenti: La Striscia di Gaza è parte di Israele, senza insediamenti, non c'è sicurezza".
Nel corso del suo intervento ha precisato che la conferenza “fa parte di un processo di promozione presso la pubblica opinione inteso a promuovere un progetto pratico di insediamento sionista pionieristico". Ha osservato, tuttavia, che il dibattito nazionale sulla ricostruzione degli insediamenti a Gaza sarà da discutere “il giorno dopo la fine della guerra" e che sarà deciso "nei normali modi democratici". Lo scorso 9 giugno, in un video che lo riprendeva in occasione di un evento privato, a una platea di coloni della Cisgiordania occupata, Smotrich confidava che il governo era “impegnato in uno sforzo clandestino per cambiare irreversibilmente il modo in cui il Territorio è governato, e per consolidare il controllo di Israele su di esso senza per questo venire accusato di annetterlo formalmente”. Dei suoi piani di annessione e deportazione ho scritto già nel mese di maggio, mettendo in guardia fin da allora sui reali disegni e intenzioni di Israele circa la Striscia e la Cisgiordania.
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