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Medio Oriente - USA e Israele puntano al genocidio

Immagine del redattore: Roberto RoggeroRoberto Roggero

Roberto Roggero* - Mentre si ha notizia che la US-Air Force ha trasferito quattro bombardieri Stealth B2 alla base di Diego Garcia, nell’Oceano Indiano, con la più che evidente intenzione di aumentare il volume delle incursioni contro lo Yemen, Israele intensifica i raid su Gaza e sul Libano, in una continua escalation, causando anche un aumento nella crisi che non potrà non avere ripercussioni sui colloqui di pace con Hamas, dopo che il governo Netanyahu ha chiuso tutti gli accessi per gli aiuti umanitari a Gaza.

Una delegazione di mediatori egiziani è giunta in Qatar per cercare di rilanciare i colloqui su cessate il fuoco, scambio di prigionieri e invio di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Tuttavia, le operazioni delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) proseguono senza sosta, aggravando una situazione umanitaria già allo stremo.

L’ONU ha dichiarato che la ripresa dei raid israeliani su Gaza, avvenuta il 18 marzo, ha provocato finora 142mila nuovi sfollati. Secondo il Ministero della Sanità di Gaza, circa 900 persone sono state uccise dall’inizio dei bombardamenti, portando il totale delle vittime a oltre 55mila dall’inizio del conflitto, il 7 ottobre 2023. Il primo ministro israeliano inoltre ha dichiarato che Israele attaccherà ovunque in Libano contro qualsiasi minaccia, riferendosi al recente attacco dell’IDF su Beirut sud, il primo dopo quattro mesi di relativa tregua.

Il primo ministro libanese Nawaf Salam ha definito l’attacco israeliano su Beirut “una pericolosa escalation”, condannando i bombardamenti sulle aree residenziali che ospitano scuole e università, e il presidente Joseph Aoun, in visita a Parigi, ha chiesto a Emmanuel Macron di intervenire per far rispettare il cessate il fuoco. Dal canto suo, Macron ha dichiarato che i raid dell’IDF in Libano sono inaccettabili e fanno il gioco di Hezbollah, ribadendo la necessità di un ritiro israeliano dai territori occupati nel sud del Libano e proponendo di rafforzare il contingente delle forze UNIFIL.

L’ONU ha espresso forte preoccupazione per le evacuazioni forzate ordinate dall’esercito israeliano a Gaza. Secondo l’ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite, Israele ha emesso almeno 10 ordini di evacuazione obbligatoria dal 18 marzo, costringendo migliaia di persone a lasciare le proprie abitazioni, senza garanzie di sicurezza, cibo e assistenza sanitaria.

Nonostante l’intensificarsi del conflitto, i colloqui per un nuovo cessate il fuoco sembrano prendere. Bassem Naim, portavoce di Hamas, ha riferito che i negoziati con i mediatori egiziani e del Qatar si sono intensificati negli ultimi giorni, con lo scopo di stabilire una tregua immediata per permettere l’ingresso di aiuti umanitari e la riapertura dei valichi di frontiera, uno scambio di prigionieri fra Hamas e Israele, e una seconda fase negoziale mirata a un cessate il fuoco prolungato per il ritiro delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza.

(*Direttore responsabile Assadakah News)

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